Giuliano Zignani, Uil, stimola Regione e enti locali a fare investimenti, strada per uscire dalla crisi. Nel 2016 il pil regionale è cresciuto dell'1,4%, ma la cassa integrazione è aumentata di oltre il sei. "Non dobbiamo abbassare la guardia"
“Senza investimenti pubblici non andiamo da nessuna parte”. Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, invita a non abbassare la guardia e a non farsi prendere dai facili entusiasmi dopo la pubblicazione dei dati sul Pil regionale. Prometeia e Unioncamere hanno certificato che nel 2016 la regione è cresciuta dell’1,4 per cento, quindi sui livelli di Francia e Germania. I dati indubbiamente gli fanno piacere, ma Zignani invita a guardare oltre. Ancora fatica a vedere il bicchiere mezzo pieno. Innanzitutto invita a fare attenzione ai dati della cassa integrazione che nel 2016, rispetto al 2015 è cresciuta del 6,3 per cento. L’aumento è stato di oltre tre milioni di ore. Il dato emerge dal consueto studio dell’ufficio Statistica della Uil nazionale guidato da Guglielmo Loi. In Emilia Romagna i posti di lavoro salvaguardati dalla Cig sono stati 27.758. Non sono pochi.
Quindi ha ragione Zignani a ritenere che non si debba abbassare la guardia. Ed ha anche ragione quando sottolinea con forza che per consolidare la crescita e, di conseguenza, l’occupazione sono necessari gli investimenti pubblici. È un abito, quello keynesiano, che al segretario della Uil regionale calza a pennello. Del resto non è un segreto che nei momenti di crisi lo stimolo all’economia può arrivare soprattutto dal pubblico, ma non con mance, bensì con investimenti mirati e oculati. È un po’ pure la filosofia del patto regionale per il lavoro voluto dalla Uil e richiamato anche da Stefano Bonacini, presidente della Regione, commentando i dati sul Pil del 2016.
È proprio dall’applicazione di quel patto che, secondo Zignani, si può dare una risposta concreta per l’uscita dalla crisi. Ma chiede che sia attuato integralmente, nei tempi e nei modi stabiliti “ma con un po’ più di convinzione da parte delle associazioni datoriali come dagli enti pubblici”. Poi prosegue: “Proprio su questo tema vogliamo un maggiore impegno da parte della Regione e una garanzia di controllo anche nelle realtà locali, per questo dovremo fare una verifica di quanto concordato e di quanto già attuato”. E qui entra in campo la parte relativa agli investimenti pubblici: “Soprattutto vogliamo capire quando partiranno le grandi opere infrastrutturali indispensabili per il rilancio della nostra economia. Troppo spesso i contenuti del patto sono stati salutati con soddisfazione dai primi cittadini dei Comuni, rimanendo però solo dichiarazioni, senza cioè essere tradotti in atti concreti. E non ce lo possiamo permettere”.
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