Pochi gli addii da parte di politici. Gli effetti maggiori si sentiranno nelle associazioni d'impresa. A questo punto a Cesena il ballottaggio pare certo
Scissione sì, scissione no. Mentre il Pd nazionale sfoglia la Margherita per capire quale sarà il futuro, a livello locale ci si interroga per capire quali potrebbero essere le conseguenze di una scissione che vogliono solo i vertici, ma che la base abiura.
È chiaro, gli effetti saranno direttamente proporzionali alla portata della separazione stessa. Ma si potrebbero sentire più a livello elettorale, che non di abbandoni da parte di esponenti di primo piano. A livello di gruppo consiliare l’unico addio potrebbe essere quello di Giuseppe Zuccatelli. L’ex direttore dell’Ausl è molto vicino a Bersani. I due sono anche amici. Quindi potrebbe decidere di seguirlo. Se anche fosse però difficilmente toglierebbe l’appoggio a Lucchi. Quindi anche un suo eventuale ingresso nel gruppo misto (sarebbe strano vederlo seduto di fianco a Giorgio Gustavo Rosso) non toglierebbe voti alla giunta. La sua assenza, invece, si farebbe sentire all’interno del gruppo dove, essendo l’elemento più esperto, spesso è un punto di riferimento per i più giovani. Per il resto non sono previste defezioni. Anche dai più distanti da Renzi, come Simone Zignani. Anche nel gruppo dirigente non ci dovrebbero essere molte defezioni. Pare scontato l’addio di Marzio Casalini. Forse qualcuno altro, ma niente di particolare.
Non quantificabile ancora l’erosione di voti che, piccola o grande che sia, ci sarà. È chiaro più la compagine che nascerà (o che dovrebbe nascere) sarà strutturata, più alta sarà la perdita di consensi da parte del Pd. Ma, se anche fosse piccola, sarebbe un problema grosso. Ormai tutti danno per scontato che alle prossime amministrative ci sarà il ballottaggio. Da parte piddina c’è ancora una flebilissima speranza che non sia così. Ma quella fiammella si spegnerebbe definitivamente di fronte ad un’ulteriore perdita di consensi che può essere contenuta solo andando fra la gente. Adesso, non fra venti mesi.
Ma, in caso di scissione, i veri scombussolamenti potrebbero esserci nelle associazioni d’impresa, nei sindacati, nelle aziende pubbliche, ma non solo. Ad esempio Hera. Ma la multiutility è solo la punta di un iceberg.
Insomma, tutto lascia credere che sarà quello il posto dove ci saranno le divisioni maggiori. Parlare di un otto settembre è esagerato. Ma potrebbe essere qualcosa che ci si avvicina. Di punto in bianco il collega col quale hai condiviso un lungo percorso avrà una visione diversa. Idem per i consigli di amministrazione. Cosa succederà? Dovrebbe prevalere il buon senso e la laicità del lavoro. Ma non sempre l’animo umano riesce ad andare oltre agli steccati soprattutto nel periodo immediatamente successivo a una scissione che potrebbe avere una carica di veleno superiore a quella che situazioni simili si portano dietro.
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