Sarebbe anche il modo migliore per sfruttare gli investimenti fatti con i lavori nelle piazze
Hanno vinto i lecci e sono contento. Il riferimento è al progetto delle tre piazze di fronte alla biblioteca Malatestiana. Chiamati a decidere su diverse ipotesi, i cesenati (votando online) hanno scelto la soluzione che prevede il mantenimento degli alberi presenti, piante molto belle (anche se sporcano un po’), soprattutto per l’ampia chioma sempreverde.
È un dibattito che ho seguito, anche se non mi ha mai entusiasmato in modo particolare. Però va detto che per temi come questi la democrazia diretta è la soluzione migliore. Adesso, però, a mio avviso, bisogna cercare di restare sull’argomento parlando del futuro. Cosa vogliamo fare non solo di quelle piazze, ma del centro?
Dobbiamo partire da un dato di fatto: Cesena è una città molto bella e il suo cuore è una vera e propria bomboniera. E i lavori nelle piazze (Libertà e quelle di fronte alla biblioteca) renderanno l’area ancora più gradevole. A mio avviso in Romagna non ha rivali, ma non solo. Come urbanistica e monumenti anche in Europa ce ne sono poco che possono competere. Parlo di centri medio-piccoli. Dopo ci sono tante città della mitteleuropa (Praga, ad esempio) che affascinano per l’architettura mentre la nostra, palazzi storici a parte, cattura molto meno gli occhi.
Ma di cose da vedere e belle ce ne sono parecchie. Questo significa che può essere una meta turistica piuttosto ambita. E, credo, sarebbe il modo migliore per mettere a regime l’investimento previsto per le piazze. È chiaro, fare un città gradevole può essere importante anche per i residenti, ma visto che c’è la possibilità, perché non cercare di fare qualcosa di più. Bisogna però crederci e fare degli investimenti. Non tanto sui lavori, ma nella promozione.
Poi serve qualche idea. Resto convinto che abbinare il nome di Cesena a quello di Violante Malatesta possa portare molti vantaggi dal punto di vista turistico. Inoltre si potrebbe creare uno o più percorsi, ma soprattutto ho l’impressione che potremmo sfruttare meglio altri due cose: gli scavi archeologici del Garampo, ma soprattutto Villa Silvia. Quest’ultima, secondo me, è sottostimata. Valorizzata a dovere potrebbe avere parecchio richiamo per il turista che sceglie città come Cesena.
Al di là del fatto che la villa è incastonata in quattro ettari di verde collinare dove il clima è sempre gradevole, anche quando il caldo africano diventa opprimente. Ma soprattutto è uno spazio ricco di storia. A fine Ottocento la contessa Silvia Pasolini Zanelli ne fece il salotto buono della cultura romagnola. La frequentarono alcuni fra gli intellettuali più illustri della Romagna. Inoltre Giosuè Carducci amava soggiornarvi. C’è, inoltre, lo stupendo giardino letterario.
Non credo di dire un’eresia se affermo che strutture con meno storia hanno fatto la fortuna (turistica) di molte città. Resta da capire se c’è la volontà politica di andare in questa direzione. Mi sembra un tema interessante da cominciare a dibattere anche in vista della prossima campagna elettorale.
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