Tramonta l'idea del quarto polo. L'Edera guarda al centrosinistra, ma pone alcune condizioni. L'accordo è possibile
L’impressione è che alla fine il Pri farà l’accordo con il centrosinistra. Ma non sarà a saldo zero. L’Edera chiede alcuni impegni e sembra che li potrà ottenere le risposte che chiede. Non è un segreto che i repubblicani abbiamo trattato con “Cesena siamo noi” per creare il quarto polo. Ma tutto è naufragato. Soprattutto perché i responsabili della lista civica chiedevano ai partiti di rinunciare al loro simbolo. Quindi hanno ottenuto un “no grazie”.
Adesso l’Edera si guarda attorno e lo fa continuando ad avere un’interlocuzione intensa con i Popolari per Cesena. L’unica cosa che pare certa è il no a un accordo con il centrodestra per una incompatibilità politica con la Lega che è stata ribadita anche ieri. Il Pri sarebbe pronto anche domani a ripetere l’esperienza di Libera, ma è difficile pensare ad un centrodestra diviso.
Ed allora o va da solo o con il centrosinistra. Quest’ultima è un’ipotesi da considerare molto probabile. Nel recente passato i rapporti con il Pd non sono stati ottimi. Ma sembra che i rancori possano essere dimenticati. Romano Fabbri del resto è stato chiaro: “Inizia una nuova fase e dobbiamo fare delle valutazioni. Andiamo a vedere se la discontinuità della quale parla Lattuca è reale. Se ci fosse una convergenza programmatica io credo che si dovrebbe fare una valutazione seria senza farci condizionare dai problemi che ci sono stati in passato”.
Ai repubblicani però non andrà tutto bene madama e la marchesa. Chiedono risposte concrete su diversi punti. Alcuni dei quali ritengono dirimenti. Innanzitutto a partire dal sostegno alle persone in difficoltà. Per quello che è il nuovo welfare chiedono di andare oltre l’assistenzialismo puro e semplice, ma di elaborare un progetto di inserimento nel mondo produttivo.
Poi chiedono un’inversione di tendenza sui parcheggi. Altro tema è quello degli alloggi. La proposta è di lavorare per aiutare le coppie in difficoltà recuperando le proprietà immobiliari in pancia alle banche. Inevitabilmente il discorso scivola sul Novello. Non è chiesto un colpo di spugna, ma, così come per piazza della Libertà, una valutazione per utilizzarla al meglio nell’interesse della città.
Infine c’è il tema legato alle periferie. Romano Fabbri sottolinea che serve una visione in prospettiva. Un progetto da articolare nei prossimi venti anni per fare un modo che, gradualmente, tornino ad essere luoghi di socializzazione. “Cosa – puntualizza Fabbri – che non è stata fatta nei 50 anni precedenti”.
Questo post è stato letto 148 volte