Analisi di Marcello Borghetti, segretario Uil
Stagnazione del territorio, occupazione ferma e redditi bassi. Sono questi i punti trattati nell’intervento di Marcello Biglietti, segretario Uil.
Lo studio Uil sulle dichiarazioni dei redditi nel cesenate del 2017 (redditi 2016), mostra una fotografia con molte ombre. Sono circa 205.000 i residenti nei 15 Comuni del territorio, di questi i contribuenti sono 153.752, il cui 20%, ovvero 30.786, sono incapienti, con un reddito inferiore agli 8.000 euro. La percentuale degli incapienti è superiore alla percentuale regionale 17% e inferiore a quella nazionale 24,7%. Il reddito medio dichiarato dai 153.752 contribuenti è di 19.203 euro in lieve aumento dell’1,7 rispetto all’anno precedente, ma inferiore sia alla media regionale (21.931 euro), sia alla media nazionale (20.212 euro).
Nello specifico, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti dichiarano un reddito medio di 19.373 euro, in aumento dello 0,2 rispetto al 2016, inferiore sia alla media regionale (22.205 euro), sia alla media nazionale (20.680 euro pro capite). I pensionati dichiarano un reddito di 15.546 euro medi pro capite, inferiore alla media regionale (17.839 euro), ma superiore, seppur di poco, alla media nazionale (17.174 euro). Il 91,3% dei contribuenti cesenati, è composto da lavoratori dipendenti e da pensionati. Significativo di un sistema con bassi redditi, è il numero di beneficiari del bonus di 80 euro, pari a 52.117.
Molto consistente anche le differenze di reddito fra i Comuni del territorio, con Cesena che ha 20.876 euro di reddito medio totale e Cesenatico che ha 17.445 euro. Rispetto al medesimo studio del 2017 sulle dichiarazioni dei redditi 2016 (redditi 2015), i piccolissimi scostamenti, non incidono in una situazione che si può definire stagnante, con i tratti fondamentali del territorio che non mutino, ovvero un numero elevatissimo di incapienti e un reddito medio basso, con oltre 64.000 contribuenti nella fascia di reddito fino a 15.000 euro.
Questa situazione è segno di una diffusa stagionalità, ma anche di una bassa propensione alla contrattazione integrativa, di una diffusa precarietà, di lavoro sommerso ed evasione fiscale e purtroppo, di un impoverimento dei cittadini che spesso scivolano verso la soglia di povertà relativa e assoluta.
Pur trattandosi di dati sfalsati da rivalutare con i dati 2018, l’impressione è che gli annunciati e timidissimi segnali di ripresa post crisi, non abbiano prodotto effetti su un territorio in forte affanno ad affrontare i cambiamenti post crisi. In questo contesto è estremamente complicato parlare di innovazione, di rilancio dei consumi, di occupazione e delle sfide di Impresa 4.0, e anche delle politiche per favorire una equa inclusione e remunerazione di donne e giovani. Inoltre, il tema dell’invecchiamento e del finanziamento dei vecchi e nuovi bisogni sociali, rischia di diventare esplosivo.
A giudizio della Uil Cesena, infine, risulta del tutto evidente l’iniquità del sistema fiscale, che non è strutturalmente in grado di redistribuire con criteri di equità trasparenza e certezza, il carico fiscale, con il risultato di insostenibili e gravi ripercussioni sociali ma anche economiche che incidono pesantemente sul mancato sviluppo. Su queste basi si muove anche il documento sindacale con le richieste al Governo, per rilanciare sviluppo, occupazione e redditi.
Questo post è stato letto 148 volte