Intervento di Marcello Borghetti (Uil) a commento degli ultimi dati sulla cassa integrazione
Marcello Borghetti continua ad essere preoccupato. Da tempo il segretario della Uil denuncia la presenza di una ripresa troppo fragile e gli ultimi dati sulla cassa integrazione gli danno ragione.
Con 1,3 milioni di ore si chiude il bilancio 2018 sulle ore di cassa integrazione autorizzate dall´Inps alle aziende delle provincia di Cesena. Se si considera un utilizzo a zero ore per lavoratore, stimiamo 638 posti di lavoro salvati.
Dal confronto con l’anno 2017, vi è una flessione del 53,7% delle ore, che investe tutte le gestioni (-66,1% cig straordinaria, -5,7% la cig ordinaria e -100% la cig in deroga). L’ammontare di lavoratori interessati da ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, sconta, però, il numero di richieste di prestazioni che provengono ad altri Fondi di più recente costituzione, quali il FIS (Fondo di Integrazione Salariale) ed ai Fondi di Solidarietà Bilaterali.
Il calo delle ore di cassa integrazione registrato lo scorso anno a Cesena, desta preoccupazione se letto insieme ai dati di crescita delle domande di Naspi che vedono un aumento sia a livello nazionale, che nella Regione Emilia Romagna (151 mila domande nel periodo gennaio-novembre 2018). Quante delle domande derivino da procedure di licenziamento a seguito della fine del periodo della cassa integrazione e quante, invece, siano la conseguenza di contratti a termine scaduti e non rinnovati, non è dato conoscerlo.
Una situazione che peggiora il quadro economico del territorio anche sul fronte dei redditi che, come indicato nello studio della Uil sulle dichiarazioni dei redditi, sono bassi e sotto la media regionale e nazionale. Con gli ultimi due comunicati stampa sulla cassa integrazione, abbiamo già segnalato che la fragile ripresa, non avrebbe prodotto grandi effetti sulla disoccupazione, che rimane alta, e sulla qualità dell’occupazione che rimane eccessivamente precaria, con un ricorso a forme di precariato sempre più preoccupanti, applicazione di contratti stranieri e ricorso ad aperture di partite Iva dalle caratteristiche anomale.
In questo quadro i venti di recessione preoccupano in modo particolare, unitamente alla grave situazione della E45, a seguito del sequestro del viadotto Puleto. Confidando in una possibile riapertura della infrastruttura e posto che la sicurezza per chi transita è questione prioritaria, è ormai evidente la gravità delle ricadute sul fronte economico e sociale, con l’aggravante che gli ammortizzatori sociali, la cui importanza è spesso sottovalutata, hanno la necessità di un provvedimento specifico del Mise, per misure straordinarie.
Questa la richiesta unanime del territorio al Governo, con la necessità di lavorare per una risposta urgente. La Uil ribadisce che per uno sviluppo strutturale, che crei veri e nuovi posti di lavoro per giovani e per ricollocare i lavoratori licenziati, occorrono consistenti investimenti, altrimenti l´occupazione strutturale e di qualità non crescerà. Da questo punto di vista è altrettanto evidente, che mantenere molte infrastrutture obsolete rispetto alle sfide di impresa 4.0 o in condizione di lenta e parziale manutenzione, è l’emblema di un Paese che non vuole crescere. Occorre un cambio di passo e di cultura a favore dello sviluppo.
Questo post è stato letto 158 volte