Nei quotidiani poco rilievo per la notizia di mamma e figlio annegati abbracciati. Una vergogna dare più rilievo al confronto Renzi Salvini
Che delusione. “Mamma e figlio abbracciati in fondo al mare”. Questo doveva essere il titolo di apertura dei quotidiani di oggi. Invece, è stato dato più spazio ad una manovra economica della quale si parla da tanto tempo e al confronto tv fra Renzi e Salvini. Se i direttori dei giornali hanno fatto questa scelta significa che ritengono che la notizia di madre e figlio annegati assieme e abbracciati non “tiri”, come si dice in gergo. Io, al solo pensarlo rabbrividisco. E mi pongo una domanda: ” Cosa stiamo diventando?”.
L’argomento è stato trattato da Gian Paolo Castagnoli nei suoi puntuali e interessanti post su Facebook.
Una giovanissima mamma abbracciata al suo bimbo di 8 mesi, laggiù in fondo al mare, a pochi km da Lampedusa. Sono due dei 12 cadaveri che un robot subacqueo della Guardia costiera ha individuato poche ore fa. Sono le vittime, e forse neppure tutte, di un naufragio avvenuto una settimana fa, quando un barchino si è rovesciato. Pochi di quelli che erano a bordo sono stati salvati. Non quella donna col suo figlioletto.
Sento spesso parlare di crocifissi e presepi nelle aule scolastiche, vedo politici che sventolano rosari durante i comizi, ascolto parole sdegnate di chi difende i nascituri ma poi non dice mai niente delle vite già formate che vengono spezzate nelle più crudeli circostanze.
Io penso che se oggi abbiamo bisogno di ritrovarci attorno a un simbolo che dovrebbe mettere d’accordo tutti, quel simbolo possa essere solo quella mamma affogata stringendo tra le braccia il suo bimbo.
Non conosco neppure i loro nomi, ma pur non essendo io credente dico che lei è mia sorella e lui il mio fratellino, anzi il mio figlioletto visto che ormai sono vicino ai 50.
Ma soprattutto so che se sono laggiù, sotto metri d’acqua, è una cosa che riguarda anche me ed è qualcosa di cui porto un pezzo di colpa, come tutti quanti. Perché non ci dovrebbe essere nessuno costretto a scappare in quel modo pericoloso da guerre e miseria. E perché una metà dei mezzi militari che vendiamo al massacratore Erdogan non dovrebbe essere stata mai costruita, impiegando le valanghe di soldi che costano per accompagnare lo sviluppo dei popoli più in difficoltà, e l’altra metà dovrebbe essere usata per pattugliare ogni metro quadrato del Mediterraneo e salvare più vite possibili.
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