Pronto per ina campagna elettorale porta a porta
È nel suo habitat naturale. In campagna elettorale Massimo Bulbi si è sempre mosso non solo con naturalezza, ma anche facendo i passi giusti. Ed è facile immaginare che anche questa volta sarà così. Non a caso è in forma smagliante. Per carità, le tradizionali rotondità non mancano. Resistere alla tagliatella del resto è sempre difficile. E Bulbi è sempre stato un’ottima forchetta. Però non deve fare il runner, ma il candidato. E lo spirito è quello dei tempi migliori. Di quando per due volte è stato eletto presidente della Provincia. Oppure di quando è diventato sindaco di Roncofreddo, la sua città. Inoltre pare intatta la sua capacità di pescare in un elettorato non vicinissimo al centrosinistra.
Ma qual è il suo segreto? Semplice: il rapporto diretto. Stare in mezzo alla gente. Nei social è presente, ma lui preferisce le piazze reali. Ha sempre saputo che i voti si conquistano mettendoci la faccia. Stringendo delle mani e facendosi carico dei problemi delle persone. Certo, si prendono anche degli improperi (come ha confermato lo stesso Bulbi), ma, alla fine, la strategia paga.
E anche questa volta l’ex presidente della Provincia si comporterà allo stesso modo. “Incontro. 50/60 persone al giorno” ha detto questa mattina nella conferenza stampa di presentazione. Un incontro nel quale non è parso per nulla arrugginito, occhiali a parte. Quella è l’unica concessione all’età. Per il resto è il solito affabulatore. Sa quali tasti spingere e come spingerli.
La sua parola d’ordine è territorio che deve tenere insieme servizi e cittadini. Altro tema che metterà al centro della sua campagna elettorale sarà il lavoro. E non potrà non puntare su quel Patto che siglò, primo in Italia, quando era presidente della Provincia. Poi c’è la Romagna. Non come Regione autonoma, bensì come ambito dove lavorare insieme per fare sistema e ottenere risultati concreti a partire dalle infrastrutture. In tal senso ha sottolineato che in futuro non si dovranno ripetere gli errori del passato quando le divisioni crearono problemi allo sviluppo della E45 e furono la pietra tombale su quella via Emilia bis (Cesena-Forlì) della quale c’è un enorme bisogno e la cui realizzazione sarebbe stato ossigeno per tante imprese locali.
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