Gli Oscar del 2019

Tre i gradi di valori

Come consuetudine, a fine anno si cerca di tracciare dei bilanci e facendolo emergono anche le figure che hanno avuto un comportamento virtuoso. Il giudizio è soggettivo. Anche in questo caso ci sono diversi gradi di giudizio. Li ho suddivisi in menzione, menzione particolare (quasi Oscar), Oscar.


Giuseppe Angelini

Una menzione la merita Enzo Lattuca. Sei mesi fa è diventato il nuovo sindaco vincendo un’elezione il cui risultato finale non era per nulla scontato. Ora deve guadagnarsi la fiducia ottenuta, ma solo in futuro si potrà capire se la menzione diventerà qualcosa di più o di meno. Una menzione la merita Giuseppe Angelini, l’allenatore che ha riportato il Cesena in serie C, risultato che tutti davano per scontato, ma che non lo era per nulla. Parlando di Cesena calcio il pensiero non può che andare a Dionigio Dionigi. Il Dion è molto più che il primo tifoso bianconero. È un totem, non solo per Cavalluccio, ma per tutto lo sport cesenate. È di questi giorni la sua riconferma (quasi per acclamazione) alla presidenza vero Panathlon. Quello cesenate è il più numeroso in Italia.

Sempre a livello sportivo è giusto dare merito al runner Giuseppe Del Priore. Ha corso una grande maratona di New York. L’ha chiusa in 2 ore 34 minuti e 3 secondi, 88simo uomo, 103simo assoluto. Chapeau.

Giuseppe Zuccatelli

I quasi oscar sono due. Uno è per un collega e amico: Roberto Chiesa. È un giornalista sportivo. Da circa 20 anni lavora a Rtv San Marino. Nel 2019 ha ottenuto due importanti risultati. Il primo è la pubblicazione di un libro sul Cesena (D-passaggio). Per la verità la presentazione è stata fatta nel novembre del 2018. Inoltre è diventato presidente della Consulta per l’Informazione di San Marino.

L’altra menzione particolare è per Giuseppe Zuccatelli. A 75 anni l’ex direttore dell’Ausl di Cesena è stato chiamato a risolvere i disastri della Sanità calabrese. Fa parte della squadra di quattro commissari nominati dal Consiglio dei Ministri per cercare di mettere in carreggiata uno dei sistemi pubblici di cura più malmessi d’Italia. Ci vuole una bella determinazione per rimettersi in gioco a 75 anni.

Graziano Gozi

Gli Oscar sono due. Per Graziano Gozi e Renzo Piraccini, due manager che hanno avuto la tenacia di mettersi in gioco. Sono molto diversi l’uno dall’altro. Piraccini è un mezzofondista, Gozi un passista. Entrambi, coi loro metodi, hanno innovato scommettendo su stessi. Piraccini è un sempre stato un ciclone. Fin da prima che andasse alla fiera aveva un’idea precisa della struttura che serviva per valorizzare la filiera agroindustriale. Il primo passaggio è stato il trasferimento a Rimini di Macfrut e adesso il cerchio si chiude con l’abbinamento con Fieravicola. Sembrava che dovesse andare a Parma invece Piraccini ha lavorato molto e bene per affiancarla a Macfrut. 

Graziano Gozi ha il merito di aver consolidato il festival del Cibo di Strada abbinandolo alla street art. Ma il volto definitivo non lo abbiamo ancora visto. L’intenzione è quella di creare un triello unendo un’altra kermesse. Probabilmente se ne parlerà nel 2021. Ma l’Oscar se lo è meritato per un altro motivo: è diventato direttore anche della Confesercenti di Ravenna. Una scelta importante, ma non semplice. Non è facile guidare due strutture diverse l’una dall’altra. Alternandosi deve continuamente resettare. Sicuramente una bella sfida che testimonia la  voglia di mettersi in gioco.

Buone feste.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.