Non facciamo nulla per migliorare. Le colpe della politica
Sabato sera ero in pizzeria. Pensavo ci fosse poca gente, invece sbagliavo. Per fortuna. Alle 21 era pieno. Un bel segnale. Significa che c’è voglia di reagire. E di una ripartenza ce ne è bisogno. Serve innanzitutto per l’economia che si deve risollevare. Tutti o quasi parlano della necessità di un piano Marshall. Il governo ha annunciato lo stanziamento di 3,6 miliardi. Secondo la Cgia di Mestre di miliardi ne serviranno almeno dieci.
Secondo me il piano dovrebbe contenere anche un provvedimento che sarebbe a costo zero: la sospensione dei sondaggi. È chiaro che si tratta di una provocazione. Ma resto sempre più convinto che la sondaggite è uno dei problemi del nostro paese.
Governare facendo scelte popolari aiuta a consolidare o a far crescere il consenso, ma non sono poi così sicuro che sia utile. Spesso le decisioni migliori sono quelle più meditate e non dettate dalla volontà di ottenere tutto e subito: risultato e consenso. Serve un risultato sul medio/lungo termine, e può essere ottenuto anche bandendo l’integralismo. Mentre ormai, invece, la via di mezzo non è contemplata. Anche e soprattutto perché presuppone la capacità di accettare i compromessi. E, in una fase di politica sempre più muscolare, questo atteggiamento è scambiato per debolezza. Invece ha ragione Gramellini (Corriere della Sera) quando afferma che i dubbi e le tonalità di grigio sono l’essenza della vita e aggiunge che non si debba pretendere che tutto sia sempre bianco o nero e si risolva a colpi di slogan.
Certo, non è facile. Anche e soprattutto in un’epoca sempre più dominata dai social. Però io credo sia arrivato il momento anche di fermarsi a riflettere e per farlo si potrebbe prendere spunto da una frase scritta da Manzoni e contenuta ne “I promessi sposi” (capitolo XXXI): si potrebbe… osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire.
Questo post è stato letto 339 volte