Sull' estate regna incertezza assoluta e il territorio è a rischio
L’aspetto sanitario resta il fronte principale di questa emergenza provocata dal coronavirus, ma con sempre maggiore frequenza il dibattito si articola anche sul tema economico. Anche se non è ufficiale, tutto lascia credere che il paese ripartirà il quattro maggio. In che modo è ancora tutto da capire. Al momento ci sono molte ipotesi. Per ora è certa solo una cosa: sarà un avvio nel segno della sicurezza. Perché fino a quando non ci sarà il vaccino resterà l’allarme rosso.
Ed allora le aziende si dovranno attrezzare per garantire la sicurezza dei posti di lavoro. Per evitare concentrazioni non è esclusa una turnazione spalmata addirittura sui sette giorni. L’eventuale ripartenza dovrebbe riguardare anche il turismo, settore strategico per l’Italia, ma in particolare per la Romagna. Più di una volta, in passato, esponenti del mondo dell’economia, parlando del Cesenate, ipotizzavano che era fondamentale l’andamento di due settori: agricoltura e turismo. Se questo assioma fosse ancora valido ci sarebbe di che preoccuparsi. L’agricoltura da alcuni anni è in sofferenza e per il turismo si prospetta un’annata difficile.
Per il mare la stagione sarà un terno al lotto. Che sarà negativa è fuori di dubbio. Non si tratta di essere pessimisti se non addirittura catastrofisti, ma realisti. Nessuno però è in grado di fare delle ipotesi. Per ora è certo che fiere e convegnistica non hanno potuto contribuire, sono saltati i ponti di primavera (Pasqua, Liberazione e Primo Maggio), idem per lo sport, ciclismo in testa. Altra cosa che pare certa è che dall’estero non arriverà nessuno. Quindi la Riviera dovrà fare i conti con il turismo domestico (italiano) e c’è anche il grande punto interrogativo legato al traino dei parchi.
A pagare pegno sarà tutta la filiera. Compresi i lavoratori stagionali. Facile immaginare una forte diminuzione della richiesta di addetti. Ma anche i bilanci dei Comuni ne risentiranno. Ormai la tassa di soggiorno è una voce importante per far quadrare i conti e con un crollo di presenze ci saranno entrate infinitamente più basse. Con tutti gli annessi e connessi.
Rimedi? Al momento non ce ne sono. Nessuno ha la bacchetta magica. Inoltre non è nemmeno il momento dell’improvvisazione. Purtroppo l’unica cosa da fare è sperare. Puntare a contenere il danno augurandosi che ci siano molti feriti e pochi morti. E questo sarà un effetto direttamente proporzionale con gli aiuti che arriveranno dallo Stato.
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