Risposta immediata e operativa ai problemi provocati dal virus
Macfrut diventa virtuale, una bella idea non solo per sopperire alla obbligata cancellazione di questa edizione. Ma è una iniziativa che in qualche modo verrà replicata anche quando la fiera tornerà ad essere allestita nei padiglioni riminesi. Del resto, volenti o nolenti, il web è il futuro. È un teatro che garantisce una platea più ampia di quella di una fiera. Con sforzi minori si può puntare su nuovi mercati.
Lo dimostra anche la partecipazione alla conferenza stampa di ieri. La prima online nella storia di Macfrut. Gli utenti registrati erano 524 contro la centinaio che di solito c’è alle presentazioni tradizionali Questo non significa che il futuro delle fiere passerà solo sul web, ma, col passare del tempo, sarà un aspetto importante se non determinante. Così come ha cambiato radicalmente il mondo dell’editoria, ma non solo, altrettanto farà con le fiere. Reale e virtuale continueranno ad esistere. Resterà da capire in che misura.
Certo, il vantaggio dell’attività fieristica è il contatto diretto. E quello molte volte può fare la differenza quando c’è da chiudere un affare. Per contro però la fiera virtuale può raggiungere un numero più alto di operatori che utilizzando il web possono ridurre spese e tempo. Resta naturalmente immutata la possibilità del contatto. Con un clic si può raggiungere chiunque in qualsiasi momento. Inoltre può essere un valore aggiunto: è semplice (adatta anche a chi non ha competenze digitali) e poco costosa.
Quindi, per tutta una serie di motivi si guarda con particolare attenzione al Macfrut interattivo che sarà proposto dall’otto al dieci di settembre. Di certo, comunque, Cesena Fiera, ancora una volta, ha dimostrato una buona capacità innovativa. Soprattutto ha dato la risposta giusta ai problema provocati dal coronavirus: anziché piangersi addosso e arroccarsi in difesa ha giocato all’attacco consapevole che solo in questo modo si può guardare al futuro. Nel corso della conferenza stampa molti operatori hanno sottolineato che il virus ha cambiato le abitudini non solo delle persone. Perciò l’unica cosa da fare è adeguarsi, senza perdere tempo. Quando lo capiranno anche i politici avremo svoltato.
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