Sabato 17 settembre alle 16.30, al Cinema Fulgor di Rimini (corso d’Augusto 162) si terrà l’incontro pubblico “Nuova Energia per il Paese, il punto sulle rinnovabili alla luce della situazione internazionale”. Interverranno Simona Viola, candidata al collegio uninominale del Senato di Rimini e Forlì-Cesena con +Europa per la coalizione di centrosinistra; Andrea Gnassi, candidato al collegio uninominale della Camera di Rimini; Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura;, Tommaso Barbetti, fondatore di Elemens; Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore esecutivo di ECCO Climate; Francesco Rinaldi, amministratore delegato del Gruppo Ubisol e presidente di Co.E.So.; Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.
“Il progetto eolico off shore di Rimini rappresenta un’opportunità importante – afferma Simona Viola -. Si tratta infatti di uno dei primi impianti eolici italiani sul mare e l’accoglienza che Rimini e la Romagna gli riserveranno potrebbe essere di esempio in altri luoghi.
Il rigetto o al contrario il consenso sul progetto, potrebbero influenzare altre situazioni analoghe: in fondo l’off shore in Italia sta muovendo i suoi primi passi e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, unitamente alla necessità di superare la crisi di approvvigionamento in cui ci troviamo, imporranno l’autorizzazione anche di altri progetti a mare.
E’ interessante il dibattito che si è sviluppato intorno al progetto e dimostra che le comunità coltivano il giusto desiderio di avere informazioni accurate e di poter discutere delle iniziative più significative destinate ad essere collocate nel loro orizzonte territoriale.
La discussione collettiva sul se e sul come i progetti più importanti, e in vario modo impattanti, possano essere realizzati è in effetti un momento di democrazia effettiva, in cui i cittadini si interrogano sul loro futuro, sulla gerarchia dei loro valori e interessi, si sentono di far parte di una comunità, avvertono la necessità di bilanciare gli interessi in gioco e l’importanza della loro opinione.
Per questo mi sento di suggerire di far fare un passo avanti a questa discussione, che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio “dibattito pubblico” organizzato secondo il modello previsto (e ancora assai poco utilizzato, purtroppo) dal codice dell’ambiente.
Il “débat public” di derivazione francese, ha proprio lo scopo di mettere a disposizione della collettività informazioni e dati accurati sui progetti in discussione, nel corso di incontri di gruppi di cittadini con le istituzioni, i progettisti e i promotori, che consentano illustrare le caratteristiche del progetto, i suoi impatti e i suoi vantaggi e di raccogliere ed elaborare le opinioni dei cittadini o delle associazioni emerse nel corso degli incontri.
Un modo insomma per evitare slogan semplicistici e tifo da stadio, e per aiutare invece le persone a formarsi un’opinione seria, sulla base di dati veri.
Durante un dibattito pubblico sarà possibile per esempio esaminare tutti i benefici – in termini di emissioni evitate, di ripopolamento della fauna ittica, di compensazioni ambientali e persino di attrattività turistica – che un progetto come quello di Rimini può offrire e metterli a confronto con gli eventuali sacrifici che si pensa possano comportare (in termini paesaggistici, soprattutto per chi non ne apprezza la vista).
Istituzioni ed imprese possono, nel corso degli incontri con i gruppi di cittadini partecipanti al dibattito, raccogliere gli assensi, le preoccupazioni e le proposte e devono poi dimostrare di averli presi adeguatamente in considerazione.
Insomma un modello anche di rapporto più maturo, paritetico e partecipativo fra cittadini e pubblica amministrazione, che aiuta le persone a non sentirsi estranee alle grandi scelte che riguardano i luoghi dove vivono e prevenire fenomeni di rigetto, spesso fondati sulla grossolanità delle informazioni o addirittura sulle false informazioni.
Un modo in definitiva per sentirsi ed essere comunità e per affrontare i problemi del presente, in questo caso la crisi climatica ed energetica, con serietà e senso di responsabilità”.
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