Ricerca Ismea per capire gli effetti dell'inflazione
CESENA. L’inflazione cambia il modo di spendere delle famiglie. Quella che era un’impressione diffusa ora è certificata da un report di Ismea. Emerge che nelle intenzioni di spesa degli italiani torna ad essere prioritaria la sfera domestica a partire dalle bollette che, nei prossimi dodici mesi, crescerà del 31 per cento nella spesa delle famiglie. Seguono: spesa alimentare + 13, educazione +9, intrattenimento domestico + 8, prodotti infanzia +8, mutuo/affitto +1.
In calo altre spese, a partire da pranzi e cene fuori -36 per cento, intrattenimento fuori casa -36, vacanze all’estero -25, abbigliamento -24, vacanze in Italia -19, palestre e sport -17, elettronica/tecnologia -7, trasporti -5.
Si calcola che sarà il 93 per cento delle famiglie a rivedere la propria modalità di spesa. Ci saranno anche cambiamenti negli stili di vita: il 50 per cento ridurrà gli sprechi, il 31 adotterà sistemi di risparmio per gas e energia, il 39 ridurrà i pasti al ristorante, il 31 comprerà qualsiasi prodotto in promozione, il 29 sceglierà il prodotto più economico a prescindere dal brand, il 26 opterà per la marca del distributore.
CAMBIANO LE SCELTE PER GLI ACQUISTI
Nei primi nove mesi del 2022 la spesa per i consumi alimentari domestici sono cresciuti del 4,4 per cento. Ma, contemporaneamente, l’aumento dei prezzi ha generato un contenimento dei volumi di vendita per quasi tutte le referenze. Emerge un aumento della spesa assoluta per tutti i comparti ad eccezione di prodotti ittici e vino. In netta crescita la spesa per gli oli: +15,5 per cento. Seguono: bevande analcoliche +11,2, derivati cereali +8,9, carni +8,7, latte e derivati + 4,1, frutta 3,7, ortaggi + 3,2.
CANALI APPROVVIGIONAMENTO
Il supermercato resta il canale predominante con il 40 per cento di share e con una performance positiva che rispetto al pre covid gli fa guadagnare due punti percentuali. Il discount, con il 22 per cento di share, guadagna quattro punti percentuali rispetto al 2019 con fatturati incrementati quasi del 25 per cento. Inoltre c’è un parziale ritorno al punto di vendita fisico. Il sei per cento in meno delle famiglie acquista sul canale digitale.
Questo post è stato letto 178 volte