21 Settembre 2025
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E’ riduttivo definirla solo la città del santo. Anche se Sant’Antonio e la basilica hanno un peso specifico importante, Padova è molto di più. Anzi, è stata una sorpresa piacevole. Soprattutto per quanto riguarda il centro. Ha molte chiese, musei e affreschi. Ma anche piazze. Sono tanti gli angoli che offrono qualcosa da vedere. Inoltre è ben tenuto e piuttosto frequentato. E’ ricco di vitalità. Non a caso ci sono tanti negozi importanti. 

La perla è la basilica di Sant’Antonio. Ma ci sono tantissime altre cose da vedere. A partire dalla Cappella degli Scrovegni che custodisce un ciclo pittorico realizzato da Giotto nei primi anni del Trecento. Ci sono poi la piazza della frutta e quella delle Erbe che circondano lo splendido Palazzo della Ragione che, al piano terra, ospita il mercato coperto. L’offerta commerciale sia di quest’ultimo che delle piazze non è stratosferica, ma il fascino resta. Come quello del palazzo, composto da un unico salone lungo 80 metri e largo 27 e completamente affrescato. Poi c’è Prato della Valle, piazza che per estensione è seconda solo alla piazza Rossa di Mosca. Basta pensare che è formata da un’isola centrale intorno alla quale c’è un canale di una circonferenza di 1.500 metri. 

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Da vedere anche il Duomo costruito nel 1522 su progetto di Michelangelo. A fianco c’è lo stupendo Battistero con un ciclo di affreschi considerato il capolavoro di Giusto dè Menabuoi. Merita anche l’Antico Ghetto che non è solo la sinagoga e il museo. La vera caratteristica è il labirinto di strade strette e acciottolate. Adesso è una concentrazione di enoteche e locali tipici.

Altra particolarità sono i canali (Bacchiglione e Brenta i principali) che la attraversano rendondola una città d’acqua. Ci sono sette itinerari. Non a caso le società di navigazione offrono escursioni anche serali per regalare una prospettiva suggestiva.

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Ma il pezzo forte resta la basilica del Santo. Fu iniziata nel 1232 per custodire la tomba (c’è ancora) del frate. E’ stupenda e servirebbe un giorno per visitarla bene. Paragonarla a San Pietro è troppo, ma il paragone non è comunque blasfemo. 

Il piatto tipico sono i bigoli, pasta fresca lunga come gli spaghetti ma molto più spessi. Spopola anche il radicchio trevigiano. Sia nelle tagliatelle che nel risotto. Gettonato anche il sugo d’anatra. Poi non possono mancare il baccalà alla padovana (preparato con acciughe, uvetta, pinoli e alloro) e la gallina padovana. Tra i vini più rappresentativi: il Serprino, il Colli Euganei Rosso, i bianchi a base di Moscato e il Fior d’Arancio nelle sue tre versioni (secco, spumante e passito).

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