25 Settembre 2025
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Brutte notizie per gli italiani: nel 2024 la pressione fiscale complessiva è aumentata di oltre un punto, dal 41,2% dell’anno prima al 42,5% del Pil. E’ il livello più alto dal 2020. Lo certifica l’Istat. Quindi, è un dato inconfutabile. Una zeppa per il governo, anche perché Giorgia Meloni ha sempre detto che con lei le tasse sarebbero diminuite. Perciò, non si capisce il motivo per il quale l’opposizione non usa questi dati per la battaglia politica. In questo momento c’è la delicatissima vicenda di Gaza che tiene banco e assorbe tantissime energie. Ma questa non può essere una giustificazione per il silenzio dell’opposizione sui dati della pressione fiscale.

Fra l’altro Giorgia Meloni sarebbe in difficoltà in quanto la giustificazione che diede fa acqua da tutte le parti. La premier in primavera, scrive Il Fatto Quotidiano, di fronte alle prime stime che davano in dato addirittura al 42,6 per cento, aveva provato a spiegare la crescita con il boom dell’occupazione. “Se un percettore di reddito di cittadinanza trova lavoro e paga le tasse, la pressione fiscale sale”, aveva detto. Ma i dati la smentiscono. L’Istat calcola infatti che l’aumento delle entrate fiscali e contributive (+5,8%) è stato molto più robusto rispetto alla crescita del Pil a prezzi correnti (+2,7%). In altre parole, il solo effetto occupazione non basta a giustificare il salto. 

Secondo buona parte degli economisti il principale responsabile è il fiscal drag. Con l’inflazione alta gli aumenti nominali delle retribuzioni spingono i lavoratori in scaglioni Irpef più alti, facendo crescere il gettito senza un reale aumento del reddito disponibile.

Secondo Marco Leonardi e Leonzio Rizzo, che ne hanno scritto in più occasioni su lavoce.info, tra il 2022 e il 2024 il drenaggio fiscale è di 25 miliardi a carico di lavoratori dipendenti e pensionati. Un toccasana per le finanze pubbliche che però ha pesato soprattutto sulla classe media.

E pare non sia servita neppure la riforma Irpef entrata in vigore ad inizio anno. Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio dalle simulazioni contenute nell’ultimo Rapporto sulla politica di bilancio, con un’inflazione al 2% quest’anno il drenaggio fiscale ammonterebbe a 3,2 miliardi contro i 2,8 del 2022.

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