Parto dal fatto che l’agricoltura è un bene comune ed è un settore in grado di produrre cibo, lavoro e reddito; creare ricchezza per la collettività; affrontare i problemi della sotto-nutrizione e cattiva nutrizione; garantire la difesa del suolo, del territorio e dell’ambiente, è fondamentale valorizzare il ruolo di tutte le tipologie di impresa, a partire dalle micro realtà, riconoscendo ad ognuna l’effetto benefico sullo sviluppo dell’economia e della società. Tema caro a chi come me è un giovane agricoltore ed è socio cooperatore è il ricambio generazionale, in particolare attraverso le start up agricole. L’Italia dispone di risorse dedicate ai giovani imprenditori agricoli (attraverso i Piani di Sviluppo Rurale) e di strumenti nazionali (primo insediamento, subentro, fondo giovani) tutti gestiti negli ultimi dieci anni da Ismea. In Italia il 40% dei giovani è disoccupato con punte del 60 % al Sud. La presenza di giovani nel settore agricolo è ancora molto limitata, tra le più basse in Europa. Nel nostro Paese i conduttori agricoli sono molto anziani e poco propensi ad investire e, tra l’altro, nel 40% dei casi manca un successore per l’impresa. Acquistare il terreno è una grande conquista per ogni agricoltore: ma se un giovane non ha le spalle forti, difficilmente può farsi carico di un grande investimento in fase di start up allorquando dovrebbe dedicare i suoi sforzi finanziari al proprio piano di sviluppo aziendale e di sviluppo dell’idea, dei processi aziendali e del mercato. Lo start up agricolo passa per una fase iniziale di uso del terreno, attraverso affitto o comodato, più che proprietà ed è in quel contesto che il giovane può diventare consapevole attore della sua attività di imprenditore. Questo è quello che accade ai tantissimi start upper, fotografati dal Sistema delle Camere di Commercio, che peraltro, in molti casi, non sono nemmeno beneficiari di provvidenze pubbliche. Tanti anziani, tanti giovani e tanta superficie agricola utilizzata (SAU) in dispersione non meriterebbero di essere tra loro collegati al fine di aumentare le opportunità di lavoro per i giovani e di produrre nuovo valore aggiunto nel nostro Paese? L’associazione di giovani agricoltori Agia, per dare un senso di concretezza, ha lanciato – col supporto di Cia e del suo Ente nazionale di formazione e ricerca “Agricoltura è Vita Associazione” – un Bando per un Master “in apertura e gestione di start up agricole”.
Una proposta estremamente interessante per giovani imprese che prevede, la partecipazione delle migliori esperienze imprenditoriali sia in aula sia nella successiva fase di stage.
Stefano Francia
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