di Federica Angelini – dal n.7-8/2016 della Romagna Cooperativa
Questa volta, dopo la strage di Nizza, è stato il vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini, ma l’idea non è certo originale: rivolgersi ai musulmani perché prendano le distanze dall’uso della violenza e dal terrorismo rivendicato da Is. Dividendo in questo modo le nostre società e mettendo bene in chiaro che sì insomma, “noi” (che presumo includa tutti coloro che non sono di religione islamica) più di tanto non possiamo fare e che sta a “loro” fare qualcosa. Un po’ come i comunisti italiani fecero con i terroristi rossi. Un’idea semplice, facile, comprensibile a tutti, apparentemente innocua. Se non che purtroppo, come molti stimati osservatori internazionali stanno scrivendo da tempo, non ci sono esperienze analoghe all’incubo Is a cui possiamo rifarci, tanto che forse bisognerebbe inventarsi una parola diversa da “terrorismo” (che per noi europei rimanda appunto a Brigate Rosse, ma anche Eta o Ira, tutte realtà molto diverse nei modi e negli scopi). Musulmani poi sono anche, tanto per fare un esempio, le 80 vittime di Kabul morte pochi giorni dopo quelle di Nizza in un altro attentato. Ai loro parenti sarà chiesto di dissociarsi? Forzare o suggerire divisioni inesistenti rischia di indurre in sospetti pericolosi: i musulmani che non si dissociano quotidianamente e pubblicamente sono sotto sotto favorevoli? Beh, no, non lo sono. E se c’è forse una sola cosa che possiamo tutti fare per reagire alla paura e al frustrante senso di impotenza è intanto quello di non cedere a divisioni e più o meno involontari e inconsapevoli razzismi: restare umani, restare uniti. E nel caso comunque ancora qualcuno avesse qualche perplessità, da Ravenna arriva un libro utile: Contro l’Isis, Le fatwa delle autorità religiose musulmane contro il califfato di Al-Bahdadi curato da Marisa Iannucci ed edito da Giorgio Pozzi Editore. Una raccolta di prese di posizioni inequivocabili di autorità musulmane di tutto il mondo contro il cosiddetto Stato Islamico. Speriamo di leggerne presto una recensione su La Stampa.
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