È stata un successo. La seconda edizione del Macfrut made in Rimini è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Innanzitutto è stato migliorato l’aspetto esteriore. Curati gli allestimenti e le parti in comune. Ma la cosa più importante è che le grandi aziende ci hanno creduto. Hanno portato cose nuove. Sono più di una trentina le novità presentate.
Insomma ha vinto Renzo Piraccini, nuovo presidente della fiera. È con lui Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, che si era affidato all’ex ad di Apofruit per il rilancio di Macfrut, una fiera che rischiava l’eutanasia. Se non si interveniva il destino era segnato: non subito, ma quasi, avrebbe perso importanza e a Cesena Fiera non sarebbe rimasto altro da fare che vendere il marchio.
La sfida invece era gestire in proprio Macfrut e fargli generare quei ricavi per dare ossigeno alla struttura di Pievesestina. Per farlo però era necessario trovare altri spazi, più ampi, più adeguati. La scelta è ricaduta su Rimini ed è stata quella giusta. Ora Macfrut produce utili che sono reinvestiti nei padiglioni (e relative manifestazioni) di Pievesestina. In autunno partirà una importante collaborazione con il Gambero Rosso e questa è figlia proprio della nuova filosofia: valorizzare la struttura di Cesena in base alle proprie potenzialità e farla diventare la più importante, in regione, fra quelle di medie dimensioni.
Ma, siccome Renzo Piraccini non vuole farsi mancare niente, ora la sfida è un’altra: cambiare la data di Macfrut. Dal prossimo anno si terrà in maggio. Sarà un ritorno al passato. Inizialmente, e fino a pochi anni fa, Macfrut si teneva in maggio. Va da sé che quella di Cesena Fiera non è una decisione romantica, ma oculata. Per tutta una serie di motivi fine aprile o inizio maggio è il momento migliore per una manifestazione di questo tipo, ma è anche quello un po’ più rischioso. È il periodo a più alta concentrazione di iniziative e solo una kermesse di spessore può insediarsi nel calendario senza timori reverenziali nei confronti di chiunque. E il Macfrut attuale può avere l’ambizione di guardare tutti alla pari. Tutto questo perché ha condizioni che in pochi possono vantare: marchio, location e manager. Un triciclo da fare invidia.
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