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“No alla macelleria sociale”. Appello di Formula Servizi alla revisione della “spending review”

Il 24 marzo l’ospedale di Forlì è apparso sugli schermi televisivi di tutta Italia durante la trasmissione d’inchiesta Presa Diretta. Il Morgagni-Pierantoni è considerata una delle (poche) eccellenze del nostro Paese, ma decisamente non sta vivendo un momento felice a causa della famigerata “spending review”, che impone alla Regione tagli, tra le altre cose, al servizio sanitario. Gli effetti negativi di questa politica di contenimento dei costi si riflettono soprattutto sulle aziende che ruotano attorno alle strutture ospedaliere e che si occupano della pulizia degli ambienti sanitari.

L’Ausl Forlivese ha dovuto fare i conti con una riduzione cospicua del budget ad opera della Regione ed è stata costretta a comunicare alla cooperativa Formula Servizi l’intenzione di applicare tagli consistenti all’appalto per la pulizia e la logistica nelle aree ospedaliere della sua zona di competenza.

Per tali ragioni, questa mattina Formula Servizi ha indetto una conferenza stampa presso la propria sede per inviare un appello alla politica forlivese affinché si proceda ad una rinegoziazione dei tagli con la Regione Emilia Romagna.

Erano presenti Graziano Rinaldini, Direttore Generale di Formula Servizi Soc. Coop., Mauro Ravaglia, amministratore delegato di Linea Sterile Spa, la società che lo scorso agosto ha vinto l’appalto per l’ospedale Morgagni-Pierantoni, ed Enrica Mancini, responsabile welfare di Legacoop.

Rinaldini ha illustrato la situazione critica che si sta profilando per i 200 lavoratori attualmente impiegati nella cooperativa forlivese. “I 600.000 euro di tagli che ci stanno imponendo hanno ricadute gravissime sui nostri dipendenti e si tradurranno inevitabilmente in una riduzione dell’orario di lavoro, da 40 a 30 ore settimanali, portando gli stipendi da 900 euro netti mensili ad una soglia di indigenza di 600 euro”.  Va ricordato che tra questi lavoratori una percentuale molto alta è costituita da donne, ragazze madri, vedove o lavoratrici con un marito disoccupato. “Tagliare reddito a queste persone è da irresponsabili”, ha sentenziato Rinaldini.

Una manovra di questo tipo avrebbe senz’altro un effetto boomerang, in quanto assicurerebbe un risparmio, ma contemporaneamente implicherebbe l’attivazione della cassa integrazione per 10 ore settimanali, aumentando quindi i costi sociali che la Regione dovrebbe affrontare.

Secondo Mauro Ravaglia “l’eccellenza cui siamo abituati è minacciata da una politica che sembra voler penalizzare chi ha investito nell’innovazione”, aggiungendo che “gli sforzi fatti in questi anni per risparmiare acqua, detergente e plastica, per creare un sistema innovativo che rispetti l’ambiente e allo stesso tempo si dimostri efficiente, ebbene tutto questo dovrà essere accantonato per tornare a metodi tradizionali, contraddicendo la politica di sostenibilità della Regione Emilia Romagna”.

L’idea che si stia operando un livellamento della qualità dei servizi tendendo al ribasso è espressa senza mezzi termini: “Abbiamo un sistema di robotizzazione dei trasporti che non può vantare equivalenti in Italia, l’ospedale è dotato di distributori automatizzati di divise”, ricorda Rinaldini, che chiosa:”abbiamo effettuato e stiamo effettuando tutta una serie di investimenti che ci permettono di ridurre drasticamente i costi, pur mantenendo un livello qualitativo altissimo e non è certo l’effetto della spending review”.       

Non si tratta chiaramente solo di un problema di qualità dei servizi erogati. Enrica Mancini pone l’accento sull’aspetto della coesione sociale che appare sotto attacco: “Si stanno penalizzando quelle aziende che hanno operato bene sul territorio e inevitabilmente a rimetterci saranno le famiglie”. Lo spettro degli ammortizzatori sociali è incombente, dimostrando come i tagli ai servizi siano un falso risparmio. “Perdere pezzi di economia reale penalizza tutto il territorio” avverte la Mancini, “non possiamo che appellarci al senso di responsabilità e di coerenza delle istituzioni che stanno penalizzando le aziende che hanno sempre adottato politiche di ottimizzazione dei costi”.

La situazione non sembra presentare facili soluzioni, l’appello alle istituzioni lascia percepire l’urgenza di un dialogo nell’interesse soprattutto dei lavoratori. “Abbiamo elaborato delle ipotesi che siano meno impattanti sull’economia dei nostri dipendenti” annuncia Ravaglia, “ma vorremmo che alle dichiarazioni seguissero i fatti. Non accettiamo questa macelleria sociale e metteremo in atto tutte le azioni possibili per difendere i nostri soci-lavoratori e il loro reddito”.

 

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