Il peggior trimestre dall’inizio della crisi. È il primo del 2013. Ma c’è anche qualche piccolo segnale positivo. Tra quelli preoccupanti c’è il rosso registrato dal saldo delle società di capitale, quelle che dovrebbero essere le più solide.
Al 31 marzo 2013 le imprese “registrate” presso la Camera di Commercio di
Forlì-Cesena erano 43.857, delle quali 39.266 attive.
Si sono iscritte 827 imprese e ne sono cessate 1.283 (-456). Rispetto al primo trimestre 2012 il valore del saldo è peggiorato: un anno fa era di meno 328 unità. Il calo delle nuove
iscrizioni è stato moderato (867 nel primo trimestre 2012, 827 nel 2013). Consistente l’aumento delle cessazioni: 1.195 nel 2012, 1.283 quest’anno. Il saldo è il peggiore di tutti i primi trimestri dall’inizio della crisi.
Fra i settori più significativi quanto a numerosità delle imprese attive, prosegue la flessione delle costruzioni (-4,4%), che rappresentano il 20% del totale al netto dell’agricoltura. Il manifatturiero, la cui incidenza è del 12,1%, diminuisce del 2,8%. Più contenuta la flessione del commercio (-1,8%) che costituisce il 26,9% delle imprese attive. Seguono per incidenza i settori “alloggio e ristorazione” (8,5% sul totale), con una crescita dello 0,8%; le attività immobiliari (incidenza dell’8%) con una moderata diminuzione (-0,6%); “trasporti e magazzinaggio” (incidenza del 5%), che diminuiscono del -2,2%. Prosegue poi il calo delle imprese agricole, con un tasso del –3,8% rispetto al primo trimestre 2012.
C’è però qualche timido raggio di sole. Nel 2012 (studio Camera di commercio) le aziende hanno destinato buona parte delle risorse a sostenere spese riconducibili alla gestione ordinaria: 57,7% spese correnti; 50,3 acquisto semilavorati; 30,7 pagamento fornitori, 30,1 pagamento personale. Basso l’investimento per aumentare competitività e capitale aziendale (5,5%), di prodotto (5,5), ampliamento o ristrutturazione (5,5) formazione del personale (0,6). La notizia positiva è che il contesto provinciale mostra un tendenza lievemente maggiore ad investire (in particolare nelle innovazioni di processo e di prodotto) rispetto al resto della regione. Il dato non è molto alto. Ma è importante sapere che continua ad esserci chi ritiene che sia importante investire in quei fattori che, nel medio e lungo termine, possono dare dei benefici.
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