“Se non cambi quando puoi cambi quando devi: e sempre male”. Così il responsabile economico del PD, Filippo Taddei, è intervenuto alla tavola rotonda organizzata venerdì alla Deco di Bagnacavallo da Generazioni, il network dei giovani di Legacoop Romagna.
Più di un centinaio gli ospiti in sala, tantissimi giovani quadri e funzionari delle nuove leve cooperative, ma anche autorità come il parlamentare Alberto Pagani, accorsi per ascoltare uno dei cervelli pensanti del Jobs Act di Matteo Renzi che sarà presentato mercoledì prossimo.
Pur non volendo assolutamente rivelare cifre, Taddei ha anticipato “per inferenza” alcune delle linee guida del disegno. Una svolta nei metodo prima ancora che un semplice taglio delle tasse sul lavoro. Allargamento degli ammortizzatori sociali a nuove categorie finora non raggiunte. Sostegno alla formazione tecnica individuale. Lotta all’evasione: sì, ma senza annunci roboanti che aumentano il clima di sfiducia senza produrre effetti concreti.
“Quella da cui vogliamo partire è una svolta di pensiero: non ha senso ridurre le tasse sulle tasse sul lavoro se contemporaneamente non si tagliano la spesa pubblica e la burocrazia”, ha spiegato Taddei, che ha aggiunto: “Occorre ridare fiducia a un Paese scosso, convincere i lavoratori che cambierà veramente qualcosa in maniera duratura. Altrimenti qualunque risorsa fiscale che sarà loro restituita non tornerà in circolo nell’economia sotto forma di consumi. E anche le campagne contro l’evasione, più mediatiche che concrete, alla fine alimentano solo un clima isterico che fa male all’economia, senza produrre gli effetti voluti”.
Praticamente certo nel Jobs Act l’allargamento degli ammortizzatori sociali a categorie finora non raggiunte. “Ha senso che un collaboratore a progetto, che versa regolarmente i contributi, non usufruisca di alcuna tutela se perde il lavoro?”, ha domandato Taddei alla platea, aprendo quindi agli incentivi alla formazione tecnica dei lavoratori sotto forma di borse di studio.
Nel corso del dibattito il presidente di Legacoop Romagna, Giancarlo Ciaroni, ha ricordato che il movimento cooperativo “ha a disposizione gli strumenti per creare nuovi posti di lavoro se verrà affrontato seriamente il tema dell’autoimprenditorialità e sarà dato modo a chi opera nella legalità di competere equamente”
“Il nostro ruolo è quello di fungere da catalizzatore di nuovi progetti – ha aggiunto il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti – che ad esempio mettano a sistema di chi opera nelle costruzioni e nel welfare, per la riconversione dei quartieri delle nostre città. Serve però un’opera di mediazione sociale che faccia incontrare bisogni delle persone e governo del territorio”.
L’imprenditore Massimo Bucci ha sottolineato l’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo e della necessità per i giovani di aprirsi ad esperienze all’estero: “La ricreazione purtroppo è finita per tutti. Non è possibile che tra i giovani non troviamo personale per le nostre sedi internazionali perché vengono considerate meno confortevoli”.
“Gli ammortizzatori sociali in deroga non si toccano – ha affermato il segretario generale della CISL Emilia-Romagna, Giorgio Graziani – perché il salario minimo garantito funziona soltanto dove tutti pagano le tasse. Per trovare nuove risorse partiamo da una vera lotta all’evasione fiscale e da una seria spending review. E soprattutto per trovare una soluzione discutiamone insieme: magari attorno a un tavolo e non con gli hashtag su Twitter”.
Soddisfatto il coordinatore di Generazioni Romagna, Rudy Gatta, che ha aperto la discussione: “Noi giovani cooperatori abbiamo il compito di riempire di contenuti la distintività cooperativa, per cui non a caso abbiamo scelto per questo incontro un luogo di lavoro, una fabbrica. Deco è un’azienda che ha vissuto un forte ricambio generazionale, da cui ha tratto forza per il proprio successo attuale. Da questi esempi vogliamo partire per dare un futuro ancora più importante al movimento cooperativo”.
Il dibattito è stato coordinato dal giornalista Luca Pavarotti.
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