1° maggio 1282: il “sanguinoso mucchio”
30 aprile 1282, le truppe francesi inviate da papa Martino IV, comandate dal generale francese Giovanni d’Appia, con il compito di impadronirsi di Forlì, roccaforte dei ghibellini, erano giunte alle porte della città.
Guido da Montefeltro e alcune centinaia di uomini uscirono di soppiatto dalle mura e si appostarono nei dintorni, mentre un altro gruppo si nascondeva nelle cantine delle case del centro cittadino.
L’astrologo Guido Bonatti, che aveva il proprio laboratorio nella cella campanaria del campanile di San Mercuriale, aveva sentenziato quale sarebbe stato l’esito della battaglia. Egli aveva osservato che Marte stava entrando in Capricorno, la costellazione alla quale è legata la città. Spinse perciò Guido da Montefeltro allo scontro, profetizzando la vittoria.
Il giorno seguente, 1° maggio, i Forlivesi finsero la resa aprendo le porte all’esercito guelfo, tributandogli grandi onori. I soldati francesi trascorsero la giornata tra feste e bagordi, fiaccando totalmente le proprie forze.
Fu allora che Guido Bonatti salì sul campanile di San Mercuriale e suonò le campane. A quel segnale, dalle case in cui si erano nascosti e dalle porte riaperte della città, i soldati forlivesi uscirono allo scoperto, travolgendo e massacrando i Francesi addormentati e ubriachi.
A lato di San Mercuriale verso il centro della piazza, nella zona ove i Battuti Neri provvidero alla sepoltura in fosse comuni delle molte centinaia di Francesi uccisi, fu eretto un altare votivo, la cosiddetta Crocetta, demolita nel 1616 e poi sostituita, nel corso del XVII secolo, dalla colonna con la statua della Madonna, oggi posizionata in piazza del Duomo.
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