Nel decimo anno dalla morte del Pirata la 9 Colli continua a raccontare la Romagna!

zanetti-due

Carissimi Romagnoli, qual è uno dei modi migliori per scoprire la nostra fantastica terra?

Bèh la 9 colli ad esempio, e domenica scorsa, nel decimo anno dalla morte del grande Pantani, oltre 12.000 ciclisti amatoriali e semi-professionisti sono partiti ancora una volta da Cesenatico, all’alba, pronti a pedalare tutta la Romagna fra paesini, colline, campagna verde prato e blu cielo, lungo 205 km e su e giù per 9 colli durssimi da scalare quanto affascinanti da scoprire.

Alle 6 di mattina tutti in gruppo davanti all’Agip di Cesenatico con i piedi sui pedali ed i pensieri che volano già fino al traguardo cercando di prevedere ogni minuto di corsa, i migliori dopo un’ora sono già immersi nei prati che guardano il mare della cittadina di Bertinoro, ma non si canta vittoria: mancano ancora i colli più duri e sarà il Barbotto, l’affascinante mostro, che con le sue pendenze che spiccano fino al 18% è il vero giudice della corsa.

Infatti solo chi arriverà in cima al Barbotto e sentirà ancora le gambe decise sui pedali, spererà di scalare le cime che mancano al ritorno verso il mare, per tutti gli altri c’è il premio di consolazione: la 4 colli, o “la corta” come la chiamano i veterani, che con 70 km in meno affronta solo 4 pendenze dando comunque la possiblità di portare a termine almeno metà della gara.

Ma quest’anno non voglio essere ancora io, che seguo tutto senza pedali e comodamente seduta sul mio motorino, a raccontarvi cosa significano davvero quei 205 km di Romagna dura e bellissima, ma lascio invece la parola a due dei protagonisti di questa 9 colli 2014, due fratelli, due “sandroni romagnoli” come diceva la mia nonna, che la 9 colli l’hanno pedalata davvero sempre in coppia fino al Barbotto fino a quando Francesco, il più grande, si è sentito le gambe per “la lunga”, ed Alessandro, il più piccolo, non di statura!, ha deviato verso “la corta”.

Ed ecco allora la 9 Colli raccontata dai fratelli Zanetti.

Quando e perchè hai deciso di partecipare?

Francesco: “l’anno scorso, dopo la mia prima Nove Colli, mi ero divertito troppo, volevo ripetere l’esperienza e magari… provare a migliorarmi!

Alessandro: “esattamente un anno fa quando da spettatore vidi quel serpentone di ciclisti salire sul Barbotto, chi a piedi e chi pedalando; la voglia che mi venne di misurarmi in quella corsa sulle salite che conosco mi ha spinto a pensare di parteciparvi a mia volta.”

“La lunga” o “la corta”, quali sono le differenze? Quando si decide veramente quale delle due tentare?

Francesco: “heh..la corta non è la “NOVE” Colli… le differenze: beh, non tanto i 70 km, ma la fatica che accumuli dopo ogni salita in più…il Gorolo, l’ultima, è “pianto e stridor di denti”!!! Il vero problema è che decidi di imboccare la strada per il percorso lungo troppo presto, quando sei gasato per aver appena concluso il Barbotto, quando hai ancora la mente lucida e le gambe non troppo affaticate e quando ancora i crampi non hanno bussato alla porta.”

Alessandro: “La differenza tra le due corse è abissale, una è la tipica distanza ‘della domenica’, il classico giro un po’ lunghetto che si fa il fine settimana farcito comunque di quattro salitelle spaccagambe, l’altro è un giro che puoi permetterti di fare una o due volte in un anno con un buon allenamento. Io ho deciso che per quest’anno quel giro me lo sarei risparmiato volentieri.”

Come ti sei allenato?

Francesco: “…giretti corti in inverno (massimo 1-2 ore) e poi incrementando da marzo in avanti! Tutte le volte che hai qualche ora si parte, anche quando non ne hai proprio voglia! Col sole e col freddo, se piove in palestra, da solo e in compagnia (meglio!)”

Alessandro: “Quest’anno il mio allenamento è partito a Gennaio, anche se si può dire che da Settembre non si è mai fermato veramente, e si è suddiviso tra uscite in strada, uscite fuoristrada, uscite in solitaria e uscite in compagnia. Proprio la compagnia quest’anno mi ha permesso di macinare qualche chilometro in più, oltre a comprendere il mio fidato compagno di squadra nonchè fratello nonchè gregario, abbiamo condiviso la strada con una giovane coppia di ragazzi con capacità e ambizioni ben superiori alle nostre, che ci hanno aiutato a migliorare le prestazioni (i ragazzi in questione spingono come dei dannati) e che soprattutto ci hanno tenuto compagnia molto piacevolmente.”

Come ti ha aiutato l’altro Zanetti?

Francesco: “..ci siamo allenati tanto assieme e questo è stato un grande aiuto: la bici è bella anche quando sei solo con la tua fatica, ma in compagnia la fatica la condividi e ti sembra di farne meno! In più quando tuo fratello è uno smanettone, puoi sempre contare sul suo aiuto se dovessi aver bisogno di assistenza meccanica!”

Alessandro: “Non mi ha aiutato affatto, io ho aiutato lui! Nonostante io sia prestazionalmente ben al di sopra di lui, facendogli credere il contrario, e facendolo quindi sentire più forte, lo sprono a dare il massimo sempre. Se gli mostrassi le mie vere capacità si demoralizzerebbe subito e finirebbe incupito sul divano a guardare Cassani che fa la novecolli su bikechannel. 🙂 ”

Il momento più bello?

Francesco: “le brasiliane all’arrivo?! eh eh…no no scherzo, ma l’arrivo è il momento più bello, quando E’ FINITA e ce l’hai fatta, sei arrivato!!! in più vedere i miei amici aspettarmi sul traguardo, è stato davvero emozionante!!!

Alessandro: “Il momento più adrenalinico è la partenza, il sole non è ancora sorto del tutto, è freddo, l’unico rumore che si percepisce, e bene, è il fruscio delle ventimila ruote che muovono l’aria, per il resto è silenzio, il cardiofrequenzimetro schizza a valori oltre soglia, ma non è solo colpa dello sforzo fisico, i denti sbattono, ma non è solo colpa del freddo.”

Un rimpianto?

Francesco: “..nessun rimpianto! tutto molto bello, giornata praticamente perfetta ;)”

Alessandro: “Unico rimpianto è la gestione della gamba, un po’ l’emozione, un po’ l’inesperienza han fatto si che siano comparsi i primi crampi subito dopo il Barbotto. Gran incazzatura perchè il tempo fino a quel punto era ottimo. I crampi fanno veramente arrabbiare, perchè vedi tutti che ti sorpassano.. e te sei lì che non puoi far altro che rassegnarti.”

Il ciclismo, uno degli sport più faticosi ed emozionanti, è più bello farlo in gruppo fino alla meta o è più soddisfacente riuscire a superare tutto in solitaria? 

Francesco: “..la sfida è con se stessi, riuscire a preparsi per arrivare in fondo era l’obiettivo. Poi le salite si affrontano meglio in compagnia, si ride, si scherza, si esorcizzano le paure. In solitaria va bene lo stesso, hai tempo per pensare alle tue cose!”

Alessandro: “In gruppo quando ci si allena, in coppia col fratello durante la gara, in solitaria sul traguardo. Perchè sul traguardo è: amig amig, amig e càz!”

Commenta la prestazione dell’altro Zanetti..

Francesco: “Per me è un 10!!! ottimo fino a un km dopo il Barbotto, siamo arrivati in anticipo su tutti i primi colli, medie buone e andature agili… poi crampi, ma ci sta! Son convinto che per la gente comune che aspetta tutto l’anno la terza domenica di maggio, la 9 colli sia qualcosa di molto particolare, l’ansia dei giorni prima della gara, l’emozione che si prova a pedalare in mezzo a 12000 altri ciclisti, il vedere i propri amici lungo il percorso, sono tutti elementi che mancano quando si “va a fare un giro” in un giorno qualunque… e sembra strano, ma anche questi aspetti si sentono nelle gambe!”

Alessandro: “Non c’è niente da commentare quando uno fa più di 200 km e arriva a tagliare il traguardo, qualsiasi sia il tempo impiegato. Ci sono solo da fare dei complimenti, soprattutto quando si migliora una prestazione passata e quando ci si rende conto che è ancora migliorabile. Purtroppo con la presenza del fratello minore e la sua vena competitiva, la sua prestazione sarebbe stata di gran lunga superiore…sarà per il prossimo anno.”

E allora ancora una volta: EVVIVA LA ROMAGNA!

Francesca Barzanti

Questo post è stato letto 81 volte

Commenti Facebook
Avatar photo

Francesca Barzanti

33 anni, vive a Cesena. Laureata in Scienze della Comunicazione (vecchio ordinamento 5 anni) presso l’Università di Bologna. Master in ‘’ Tecniche della narrazione’’ (2 anni) conseguito presso Scuola Holden di Torino. Ha pubblicato due libri: ‘’ La mia Irlanda, un sogno lungo sei mesi’’ e ‘’Come trovare un uomo senza perdere dignità, purezza e verginità- Trattato sulle punte e l’arte del pigreco’’. Ha vissuto in Irlanda e viaggiato in Europa. Parla un ottimo inglese. Ama molto scrivere (di tutto): scrittura creativa e fantasiosa, comico-ironica, sceneggiature cinematografiche e televisive. È appassionata di fotografia e di teatro. (e-mail barzanti.francesca@gmail.com)