Qualche cooperatore ricorderà il progetto Salastampa.info, lanciato da Tribucoop (allora si chiamava Sapim) verso la metà della prima decade del nuovo millennio. Era un’agenda condivisa ante litteram, in cui gli uffici stampa del territorio inserivano i loro appuntamenti e i loro eventi, evitare fastidiose sovrapposizioni di orari. Sono passati appena dieci anni, ma sembrano cento, perché all’epoca le agende di carta la facevano ancora da padrone. Salastampa era un’iniziativa che precorreva i tempi, e infatti dopo un inizio incoraggiante venne gradualmente abbandonata. Motivi? Principalmente uno: abbandonare la comodità di vecchie abitudini. Poi sono arrivati gli smartphone di massa. Oggi persino le massaie tengono la propria agenda sul cloud e la condividono con il marito e la colf. Nelle aziende, specie quelle che hanno una forza lavoro disseminata sul territorio, i vantaggi di una soluzione dedicata al lavoro collaborativo sono enormi, molto superiori ai costi davvero modesti, se non addirittura nulli. Occorre fissare una riunione? Si guarda all’agenda dei colleghi senza disturbarli inutilmente al telefono o di persona. Serve sapere se l’auto aziendale o una sala riunioni sono libere? È sufficiente un clic.
Eppure sono ancora tantissimi quelli che preferiscono affidarsi al classico libricino settimanale. Non è tanto una questione di analfabetismo informatico, che pure va messo in conto. Senza decisioni chiare da parte dei vertici è sempre l’abitudine a vincere, rispetto alla produttività.
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