Il direttore generale di Legacoop Romagna ha richiamato l’attenzione sulla necessità di colmare il gap che ci penalizza nella competitività con gli altri territori, anche con una quota manutenzione da finanziare col transito autostradale
«Lo sviluppo può venire solo a patto che si ricominci a investire sulle infrastrutture: su progetti ‘nuovi’, ma anche sulla manutenzione. L’Aci della provincia di Ravenna ritiene che un rilancio degli investimenti coinvolgerebbe le associate e, come ha sintetizzato il direttore generale di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, nel suo intervento all’incontro organizzato dall’Aci il 15 settembre alla Biennale della Bassa Romagna, «colmerebbe il gap infrastrutturale che ci penalizza nella competitività con gli altri territori». Con lui sul palco Alberto Pagani (componente della IX commissione Trasporti della Camera), Davide Ranalli (Sindaco di Lugo) e i rappresentanti della cooperazione Alessandro Brunelli (Presidente AGCI Ravenna-Ferrara) e Sauro Bettoli (Arco Trasporti). Ma l’analisi di Mazzotti non si è fermata qui. Agganciandosi al titolo della serata, ‘Oltre i limiti infrastrutturali della Bassa Romagna: dialogo con la cooperazione’, il direttore di Legacoop Romagna ha posto l’accento sulle cose urgenti da fare per adeguare il sistema di movimentazione del territorio. «La crescita ha bisogno di infrastrutture per fare viaggiare le merci lungo i corridoi europei. Perché le relazioni materiali e immateriali fra territori sono il nucleo della nuova frontiera dello sviluppo. Come Aci riteniamo che nella prossima legge di stabilità dovrebbero esserci più risorse per gli investimenti. Sulla manutenzione la nostra proposta è di finanziarla con una quota degli introiti autostradali, dal 5 al 7 per cento, maturati dal transito dei mezzi in Emilia-Romagna».
Alla richiesta della cooperazione ha provato a rispondere il parlamentare del Pd Alberto Pagani: pur ammettendo che vi siano ritardi sul sistema infrastrutturale, ha però messo in chiaro che non vi sono abbastanza risorse per intervenire su tutto. «Dobbiamo scegliere su cosa investire, perché le risorse sono scarse. L’infrastruttura che più efficiente in termini di sviluppo è il mare, seguito dalle ferrovie e dalle strade. Stiamo cercando di integrare i sistemi logistici ferro-gomma, perché c’è lavoro per entrambi, ma anche di semplificare la burocrazia, accorpando gli uffici pubblici, per rendere più efficiente la movimentazione delle merci e quindi colmare il gap con gli altri Paesi europei»..
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