L’emergenza riguarda la sicurezza. È quello che emerge dallo studio sulla qualità della vita fatto da “Il Sole 24 ore”. Colloca Forlì – Cesena al venticinquesimo posto in Italia. Lo stesso del 2015. Un risultato che si deve soprattutto alle buone performance di settori come “Affari, lavoro e innovazione”, “Ambiente, servizi e welfare”, “Demografia, famiglia e integrazione”. Pesano “Giustizia, sicurezza e reati” su cui grava il 107 posto (su 110) per furti in casa.
Premetto che non credo che siamo la quart’ultima provincia italiana per furti in casa. Da noi il dato è così alto perché c’è un’altissima percentuale di denunce, al contrario di quello che succede in altre parti d’Italia.
Questo non vuol dire che il fenomeno debba essere sottovalutato. Anzi, tutt’altro.
Per contrastare il fenomeno il sindaco di Cesena punta sul piano della videosorveglianza. Un progetto ambizioso che porterà la città ad avere quattrocento telecamere direttamente collegate con le forze dell’ordine. Indubbiamente si tratta di un piano interessante che però necessita di tempi medio/lunghi per entrare a regime.
Intanto farei partire qualcosa di parallelo, molto meno costoso, per la videosorveglianza è previsto un investimento di dieci milioni in cinque anni.
Io penso ad un incentivo per installare allarmi con una sirena ben visibile. Qualsiasi esponente delle forze dell’ordine vi dirà che la sirena è un grandissimo deterrente. Spesso è sufficiente quella per convincere i malintenzionati a scegliere un altro obiettivo. Ebbene, l’amministrazione comunale potrebbe istituire un incentivo a chi installa il sistema d’allarme o anche solo la sirena. L’incentivo potrebbe essere di 250 euro e il plafond di cento mila euro. Significa che in un anno si potrebbero coofinanziare quattrocento impianti che, mio avviso, renderebbero più sicure molte zone della città, a partire da quelle periferiche.
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