«Non esiste un interruttore ‘on-off’, sarebbe un errore. Il cambiamento va fatto con senso sabaudo, a piccoli passi, talvolta poco visibili all’esterno ma che puntano alla qualità della vita, cambiando la mentalità con cui si affrontano le questioni, facendo attenzione anche alle cose buone che sono state fatte in passato».
Parole che non sono state dette da un politico oscurantista e inciucista, ma da Chiara Appendino, sindaco di Torino e eletta nelle file dei 5Stelle.
Le ha pronunciate nella conferenza stampa di fine anno per respingere le critiche di chi sosteneva che molte scelte di questi mesi siano state prese in continuità con la passata amministrazione.
Come, verrebbe da dire, quelli che vogliono cambiare il mondo hanno rinfoderato le armi e sono scesi a più miti consigli? No, nell’appendinopensiero c’è una enorme dose di buonsenso che poi è l’elemento fondamentale di chi vuole governare. Un conto è arringare le folle, oppure lanciare strali da un blog. Un altro è avere a che fare con le beghe quotidiane che è chiamato a risolvere chi deve gestire pro-tempore la cosa pubblica.
Ha ragione Chiara Appendino quando dice che il cambiamento va fatto «a piccoli passi, talvolta poco visibili all’esterno».
Benvenuta nel mondo reale, verrebbe da dire. Ma questo non vale solo per lei, ma per buona parte dei politici. Viene in mente, ad esempio, il Renzi rottamatore che una volta arrivato a palazzo Chigi ha dovuto svestire gli abiti dell’incendiario per indossare quelli del pompiere!
Stando così le cose viene da domandarsi a cosa serve la campagna elettorale. Prendiamo quella di Chiara Appendino, ma solo perché è il politico dal quale è partita questa riflessione. Aveva promesso una rivoluzione, invece la montagna ha partorito un topolino. Oppure, sempre per fare un esempio, ritorna alla mente il meno tasse per tutti di berlusconiana memoria. Poi andò a finire che anche in quell’esperienza l’uomo di Arcore non riuscì a diminuire la pressione fiscale.
Il problema però non è quello che è successo in passato, ma quello che accadrà in futuro. Anche la prossima campagna elettorale sarà una passerella di spot che poi resteranno lettera morta. Avremo Matteo Salvini che prometterà tolleranza zero con gli immigrati e poi, se dovesse andare al governo, farebbe come i leghisti che hanno guidato il paese prima di lui: non sono riusciti ad arginare il fenomeno migratorio.
Ma la colpa non è solo la loro. Purtroppo avrà sempre più successo chi promette la luna nel pozzo a chi, invece, si dota di un sano realismo e racconta che non ci sono ricette miracolose e che per uscire dalla crisi bisogna continuare a fare dei sacrifici. E i cambiamenti potranno avvenire solo a piccoli passi, talvolta poco visibili all’esterno. E se lo dice anche Chiara Appendino vuol dire che è proprio così.
Meditate gente, meditate.
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