Ventisette milioni di euro per 1.445 metri sono troppi se non sono funzionali a un altro progetto
Circa ventisette milioni di euro per 1.445 metri di strada. È l’investimento necessario per il lotto zero della secante. Obiettivamente sembrano troppi se non fossero propedeutici ad un’altra opera.
Ma cerchiamo di fare chiarezza. La secante è la circonvallazione di Cesena. Ma è nata monca. I problemi sono nell’uscita di Diegaro. La strada a quattro corsie sfocia in una strada di campagna, la via San Cristoforo. Soluzione del tutto inadeguata. Quindi è stato progettato un ulteriore tratto che collega la secante con la via San Giuseppe, la strada che unisce la via Emilia con la zona industriale. In un primo momento il costo era stato quantificato in 37 milioni di Euro. Poi è sceso di circa dieci milioni. Nella relazione inviata al governo (giugno 2015) nell’ambito dei progetti da inserire nello “Sblocca Italia”, il Comune scrive: “successivamente veniva predisposto un progetto preliminare relativo alla variante S.S. 9 Emilia redatto dalla Provincia di Forlì Cesena che teneva conto delle indicazioni del ministero. In tale progetto il costo complessivo del Lotto Zero è stato quindi più recentemente valutato pari a euro 27.460.779,11.
Il Lotto Zero, è così comunemente detto in quanto costituisce il vero completamento funzionale della “Secante” (variante alla S.S. 9 Emilia nel tratto urbano di Cesena”) che è stata realizzata in tre stralci funzionali, di cui l’ultimo è stato concluso nel 2004. Il Lotto Zero collegherebbe la Secante alla viabilità principale, riconnettendola direttamente alla via Emilia tramite la S.P. n. 140, mentre oggi tale collegamento è tortuoso e poco funzionale sul versante verso Forlì e il traffico viene convogliato su strada comunale non idonea per capacità a fare defluire il volume di traffico esistente.
Il nuovo Lotto Zero si sviluppa tra la progressiva km 11+380.00 alla progressiva km 12+825 del nuovo tracciato della Via Emilia per una lunghezza quindi di 1.445 metri e il costo è in gran parte determinato dalla necessità di importanti opere infrastrutturali di cui alcune immediatamente necessarie e altre funzionali solo ai futuri prolungamenti”.
È qui casca l’asino. Per futuri collegamenti si intendeva quella via Emilia bis (naturale prosecuzione della Secante) che avrebbe dovuto collegare Cesena a Forlì, ma che è stata cancellata.
A questo punto è logico chiedersi se vale ancora la pena di spendere ventisette milioni di euro di soldi pubblici per quel chilometro e mezzo scarso. È vero che resterebbe il problema dell’inadeguatezza della via San Cristoforo. Ma quello potrebbe essere un problema risolvibile. Con una spesa molto, ma molto inferiore, quel tratto di strada potrebbe essere tranquillamente allargato. Intervento che, comunque, in buona parte dovrebbe essere fatto lo stesso in quanto la strada andrebbe adeguata perché adesso vi si immette il traffico proveniente da due importanti e trafficate aziende: Bissioni e Sacim.
Diverso il discorso, invece, se fosse riesumata una parte della via Emilia bis. Potrebbe tornare in campo il collegamento con Forlimpopoli risolvendo buona parte dei problemi di collegamento fra Cesena e Forlì. Il tratto peggiore è quello fra la Secante di Cesena e la circonvallazione di Forlimpopoli dove il traffico è sempre a livelli insostenibili con picchi nelle ore di punta e inevitabili problemi anche ambientali. Non osiamo immaginare i livelli delle polveri sottili. Inoltre l’investimento sarebbe tutto sommato umano. Una volta realizzato il Lotto zero si tratterebbe di fare una lingua d’asfalto a raso che correrebbe parallela alla ferrovia.
Si potrebbe anche procedere per gradi. Il primo lotto collegherebbe Diegaro con il semaforo di Panighina. In questo modo si bypasserebbe Capocolle e sarebbe importante.
Se invece tutto questo non fosse possibile allora andrebbe rivisto tutto il progetto in quanto inutilmente costoso.
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