Come candidato a sindaco si potrebbe andare a cercare Cappelli. Ma in questo momento è Casali il più accreditato
“Sto bene al mio posto anche perché ho molto lavoro da fare”. Così Stefano Bernacci, direttore di Confartigianato, spegne sul nascere le voci di un suo interesse ad una candidatura a sindaco di Cesena nata alla luce del suo particolare attivismo. Bernacci ammette che nell’ultimo periodo è stato particolarmente impegnato, ma la ritiene una cosa normale per chi guida un’associazione di categoria. Nello stesso tempo si rende conto che ha fatto molto rumore la visita del Di Maio grillino. “Ci lavoravo da molto tempo – dice Bernacci -. È stata un’assemblea molto partecipata”. Poi ha ammesso che nel mondo delle piccole imprese c’è molta sensibilità rispetto alle posizioni dei 5Stelle. Il direttore di Confartigianato però non è andato oltre e ha aggiunto che non si è interrogato sul perché Di Maio sia andato solo da loro. In conclusione poi ha aggiunto che si rammarica che Cesena è una città dove si dialogare sempre meno, mentre i temi su cui confrontarsi sarebbero molti.
Stando così le cose bisogna togliere Bernacci dal novero dei candidati a sindaco. Anche se mancano ancora poco meno di due anni e mezzo, centro destra e 5Stelle devono cominciare a guardarsi intorno per capire chi potrà essere la persona giusta per contrastare il centro sinistra che prima di muoversi deve attendere di fare chiarezza al proprio interno. Non tanto a livello locale, ma nazionale.
Per quanto riguarda il centro destra di solito la selezione parte dalla società civile e in particolare dall’associazionismo imprenditoriale. Ma, tolto Bernacci, le possibilità non sembrano essere molte. Anche fra gli imprenditori è difficile pensare ad un volto. A qualcuno che voglia impegnarsi. Anche perché c’è un problema che non è certo di lana caprina. Fare il sindaco di Cesena richiede impegno a tempo pieni pienissimo, ma il ritorno economico non è particolarmente alto: meno di 30 mila l’anno. Cifra che non è da buttare via, ma del tutto inadeguata all’impegno richiesto.
A questo punto l’impressione è che si finirà su un uomo di partito. E il profilo giusto non mancherebbe: Riccardo Cappelli. Da anni sostengo che è il migliore che hanno al proprio interno. Ed ora potrebbe essere arrivato il suo momento. E non credo di essere l’unico a ritenere che in questo momento l’ex enfant prodige del centrodestra appaia l’ipotesi più spendibile. È bravo e preparato. Ha una bella immagine e rappresenta il giusto equilibrio fra moderati e aggressivi.
In passato era visto come l’anti Lucchi. Ci aveva puntato in particolare Isabella Castagnoli, che per diverso tempo ha guidato la Forza Italia cesenate. Poi finì nell’oblio per sua volontà. L’inizio dell’attività lavorativa presso un’associazione di categoria ha coinciso con il quasi totale allontanamento dalla vita politica.
Quindi, innanzitutto, bisognerebbe capire se da parte di Cappelli c’è ancora la volontà di tornare sulla scena politica. Però, di solito, quella è una passione che difficilmente si sopisce. Però ricominciare non è mai facile. Nel caso fosse interessato davanti non solo avrebbe un’autostrada. Ma soprattutto tanto tempo per impostare il lavoro.
Se invece non fosse interessato si dovrebbe cercare un altro esponente. Ma prima il centrodestra dovrà fare chiarezza al proprio interno per capire quale dovrà essere l’anima.
È indubbio che in questo momento (come spesso succede, ma non solo nel centrodestra) ci sono due posizioni: una più moderata, l’altra più oltranzista. Al momento è la seconda ad avere prevalso e si può ritenere che Marco Casali, attuale capogruppo, possa essere il candidato sindaco nel caso questa anima continui ad essere maggioritaria. Soluzione che, al diretto interessato, non dispiacerebbe. Del resto prima della precedente consultazione elettorale si è giocato molte carte per cercare di essere il candidato a sindaco. Non gli andò bene. Ma chi lo conosce bene garantisce che ci riproverà.
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