Le prossime scelte del Pd

Per ora tutto si ferma. Poi il calendario sarà dettato dalla data delle elezioni politiche. Interessante sarà vedere il prossimo bilancio

Diamo per scontato che il Pd cesenate non avrà dimissioni eccellenti e che non risentirà della scoppola dell’addio di Vasco Errani. Cosa poi succederà alle urne è comunque tutto da verificare. Stando così le cose proviamo a pensare quali potrebbero essere i prossimi passi del principale partito cittadino. Anche se lo scenario sarà influenzato dalla data del voto nazionale.
Se non si andrà alle urne in giugno l’impressione è che avremo di fronte alcuni mesi di simil immobilismo. Fra una settimana, dieci giorni al massimo, verrà nominato l’assessore che prenderà il posto del dimissionario Tommaso Dionigi. La gestione amministrativa poi proseguirà senza sosta. Quello è ovvio. Ma quella politica resterà ferma o quasi in attesa di capire come evolveranno le cose. Quindi stop a qualsiasi discorso sui possibili candidati a sindaco. In questo momento, del resto, la prima cosa che il Pd deve fare è programmare una serie di incontri con la base. Poi, è facile immaginare, il partito si concentrerà sull’organizzazione della festa de l’Unità che dovrebbe essere il momento clou di incontro e chiarimento con i propri elettori.
Poi bisogna vedere cosa succederà a livello nazionale. Se si voterà in settembre/ottobre tutto il dibattito sarà catalizzato prima sulla campagna elettorale, poi sugli esiti. E lì si capirebbe quale sarebbe la reale forza del Pd cesenate. Un dato che comunque si conoscerebbe lo stesso in quanto tutti gli anni, in autunno, il Pd fa un sondaggio. È sempre molto articolato. Ci sono domande sulla città, ma l’aspetto più importante sono le intenzioni di voto. Il sondaggista ci ha sempre preso. Quindi il suo verdetto sarà decisivo per le scelte successive. Infatti, dopo poco tempo, si comincerà ad entrare in clima primarie. Tendenzialmente si dovrebbero tenere nell’autunno del 2018. Ma già ad inizio anno si capirà chi saranno i candidati. Però tutto potrebbe passare in secondo piano. Se si votasse (per le politiche) in febbraio il tema delle primarie slitterebbe almeno di un mese. Mentre l’autunno sarebbe utilizzato per scegliere i candidati al Parlamento. Scelta che, invece, dovrebbe essere fatta all’inizio dell’estate se si votasse in autunno.
Un altro passaggio molto importante ci sarà all’inizio dell’autunno. Quello è il periodo in cui si presenta il bilancio. Sarà il penultimo della giunta Lucchi. L’ultimo veramente pesante. Di solito l’ultimo bilancio è molto elettorale. Però, alla luce delle difficoltà che si prospettano per il Pd, non è escluso che anche la prossima possa essere una manovra finanziaria con le briglia sciolte. Del resto i conti del Comune sono buoni, quindi non sarebbe difficile aumentare la capacità di spesa. Non sarebbe necessario aprire il portafoglio a fisarmonica. Basterebbe che Carlo Battistini, l’uomo dei numeri, fosse meno rigido negli accantonamenti. Cosa che di certo ha messo in conto per il bilancio che presenterà nell’autunno del 2018, ma che potrebbe anticipare di dodici mesi. Fra l’altro, sarebbe una manovra molto intelligente e difficile da attaccare. L’opposizione chiarimenti sul perché di una quota molto alta di accantonamenti avrebbe dovuto chiederli da tempo e forse avrebbero capito dove si andava a parare. Adesso è troppo tardi. La riserva necessaria è già stata fatta.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.