Completamente diversi nel modo di porsi, ma soprattutto nei contenuti
Come sono diversi. Che Renzi e Bersani fossero distanti anni luce l’uno dall’altro lato si è sempre saputo. Ma non pensavo ci fosse una differenza così abissale. Come quella che ho riscontrato ieri quando tutto e de sono stati a Cesena. Renzi, di mattina al Verdi, Bersani di sera in fiera.
La differenza non è tanto nel carattere e nel modo di fare, ma nei contenuti. La prima differenza che alta agli occhi è nel modo di porsi. Renzi è il classico one man show. Conquista la scena con le battute. È simpatico e da l’impressione di essere inclusivo. I temi li sfiora a volo d’uccello, ma per gli approfondimenti bisogna ripassare un’altra volta.
Bersani è didascalico. Prolisso. Spiega molto bene l’argomento che tratta, ma ha un approccio cattedratico. Non è molto adatto a una platea. Cerca di conquistare con qualche battuta qua e là. I temi però li sviscera molto bene. Non solo con dovizia di particolari, ma va a fondo anche nelle ricette.
Ma questi sono aspetti secondari. La vera differenza c’è dal punto di vista dei contenuti. Bersani mostra di dare più importanza agli investimenti. Li considera il motore della crescita. Ma in questo giudizio forse sono condizionato dalla filosofia keynesiana e il fatto che Bersani, al contrario di Renzi, ne abbia parlato con dovizia di particolari può avere in qualche modo influito nel mio giudizio.
Non ci possono essere dubbi, invece, sulla distanza che si è evidenziata sulle possibili alleanze. Innanzitutto Renzi è per l’isolamento. Mentre Bersani è per una coalizione di centrosinistra composta da varie anime che si riconoscono in quei valori.
Ma fra i due il vero baratro c’è nell’identificazione di un eventuale futuro alleato che, con questa legge elettorale, potrebbe essere necessario trovare. Va precisato che nessuno dei due ha affrontato l’argomento. Però le posizioni si sono capite. Almeno io credo di esserci riuscito.
L’impressione che mi sono fatto è che Renzi darebbe la preferenza ad un’alleanza con Berlusconi. Non a caso quando ha toccato il tema degli avversari politici ha messo nel mirino soprattutto Grillo. Per Berlusconi, anche lui sempre senza citarlo direttamente, qualche battutina e poco più.
Bersani predilige i 5Stelle. E questo al di là del tentativo, datato 2013, di fare un’alleanza di governo. Guarda ai grillini perché ritiene che con molti degli elettori che danno la preferenza a Grillo abbiano valori più vicini alla sinistra. Poi ha dato una chiave di lettura che non mi ha convinto del tutto. Ha detto che considera i 5Stelle un partito di centro che oscilla fra destra e sinistra. Più che di centro direi che è un partito che fa la politica dei due forni. Il centro per come lo intendo io è uno schieramento più moderato (l’aspetto religioso non c’entra) che di si apre al confronto, in particolare con quei corpi intermedi tanto cari anche a Bersani. I 5Stelle al momento non mi pare abbiano queste caratteristiche. Come non definirei di centro, cosa che invece ha fatto Bersani, la Lega.
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