La piazza virtuale limita la visione. La crescita c'è frequentando quello spazio pubblico indicato anche da Papa
Non ho niente contro Facebook. È uno strumento come un altro di comunicazione. Ma, non avendo filtri, andrebbe preso con le dovute precauzioni. Insomma, spesso bisogna farci la tara. La stessa cosa, del resto, vale per la rete in generale.
Il problema, a mio avviso, però è un’altro. Facebook è definito una piazza virtuale. È vero fino ad un certo punto. Soprattutto per quanto riguarda i gruppi si può parlare soprattutto di un club nel quale c’è poco contraddittorio. Non per mancanza di democrazia, ma perché, tendenzialmente, vi fanno parte persone che la pensano allo stesso modo. È un pò quello che succede all’interno dei comitati che nascono per opporsi a un tema in particolare. La piazza, il bar e la politica invece sono un’altra cosa. Lì le diversità di opinione fioriscono. E, prese nel dovuto modo, ti arricchiscono.
È per quello che ho sempre ritenuto che tutti, ma i politici in particolare dovrebbero prendere Facebook a piccole dosi. Il rischio è quello di avere una visione distorta della realtà.
C’è poi il pericolo di alzate un po’ troppo i toni. Di farsi prendere la mano rischiando di andare fuori tema. È, tanto per fare un esempio, quello che è successo nei giorni scorsi a Faggiotto. Nell’interno di un ragionamento giusto ci ha messo una frase sbagliata e la parte migliore del tema è andata a farsi friggere.
Mi spiego: prendendo come spunto il Festival del Cibo di Strada ha criticato il sindaco sostenendo che per rilanciare il centro servono anche iniziative di diverso tipo. Giustissimo. Posizione, fra l’altro, che aveva sostenuto anche in passato. Il problema è che ha parlato di “birra e salsiccia” dando una visione caricaturale di quella che, nel suo genere, è la più importante e qualificata kermesse italiana. E che è un valore aggiunto per città. In particolare per il centro. Sbaglia chi propone di farla all’Ippodromo.
Ci credo quando Faggiotto dice che non aveva niente contro il Festival del Cibo di Strada, però è inevitabile che su Facebook la discussione si sia orientata in un certo modo: la difesa del Festival. Nello stesso tempo il vero obiettivo è finito nel dimenticatoio, mentre il tema è interessante e meriterebbe un dibattito approfondito.
È per quello che, secondo me, Facebook andrebbe preso a piccole dosi, soprattutto dai politici. Dovrebbero farlo non tanto per evitare quegli incidenti di percorso, ma perché solo stando tra la gente, nella piazza reale (quella citata da Papa Francesco) che si ha l’esatta percezione dei problemi e si cresce.
Sono anziano e, probabilmente, demodè, ma io il politico continuo a preferirlo on the road piuttosto che eternamente connesso.
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