Relazione all'assemblea del Pd: usano due pesi e due misure, dobbiamo dire basta. Per quanto riguarda il centrosinistra pensa ad una coalizione allargata
Prima uscita pubblica di Matteo Marchi, segretario del Pd di Cesena. L’ha fatta nell’Assemblea comunale che era chiamata a condividere il piano di lavoro porterà ad elaborare la proposta politica per i prossimi anni, che il Pd metterà a disposizione del dibattito cittadino.
Per farlo nel modo giusto ha ritenuto opportuno contestualizzare il quadro politico cesenate.
Secondo Marchi il a Cesena il campo del centrosinistra gode di una salute migliore rispetto al piano nazionale. Il riferimento è al rapporto con MDP. Definiti di grande collaborazione e animati dall’obiettivo comune di continuare a garantire l’unità del centrosinistra. Uno schieramento che però tutti sono consapevoli vada allargato con altre forze politiche e civiche.
Secondo Marchi (posizione condivisa da tutti) non altrettanto positiva è la situazione sul piano nazionale. E il segretario del Pd di Cesena non ha risparmiato stoccate ai dirigenti nazionali di Mdp colpevoli di rifiutare qualsiasi appello almeno al dialogo. Comportamento che ritiene figlio di un pregiudizio, evidentemente maturato da tempo. Per questo all’assemblea ha chiesto di lanciare un appello a discutere del futuro del Paese.
Secondo Marchi il centrodestra vive una situazione diametralmente opposta: risorto su piano nazionale, dove Berlusconi è tornato a dare le carte in seno alla coalizione. Invece ha rilevato che a Cesena il centrodestra sta vivendo una profonda lacerazione. Oltretutto, esplosa su un tema che per il Pd è identitario e dirimente, vale a dire quello dell’antifascismo.
Quindi ha rivendicato con orgoglio l’aver riportato sul tavolo del dibattito cittadino un tema che, purtroppo, è tornato ad essere di inquietante attualità. Ed ha aggiunto che il Pd deve rivendicare l’aver fatto emergere tutte le contraddizioni del centrodestra cesenate, mettendone a nudo la componente più estrema ed estremista. Pare infatti evidente a tutti come la trazione non sia più in campo alla parte moderata della coalizione, ma sia diventata esclusiva di Fratelli d’Italia, Lega Nord, ed i vari Casapound e Forza Nuova con i quali il capogruppo in Consiglio comunale civetta in modo pressoché quotidiano.
Secondo Marchi è difficile immaginare come evolverà il quadro nel centrodestra. Ritiene però che non avrà lo stesso assetto con cui nel 2014 si costituì Libera Cesena, la cui matrice era disegnata intorno all’allora candidato sindaco.
Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle Marchi ha rilevato che tanto a Roma quanto a Cesena continua il suo atteggiamento isolazionista. Si prodigano nell’esternare un messaggio di diversità etica rispetto ad ogni altro partito, ma le esperienze di governo che li vede protagonisti dimostra come in realtà covino una pericolosa arroganza del potere, per la quale il rispetto delle norme è un inutile orpello messo lì apposta per boicottare la loro salvifica azione.
Poi l’affondo facendo riferimento alla notizia data, nei giorni scorsi, dalla stampa locale di un presunto abuso edilizio all’interno della loro sede cesenate ed ha sottolineato che la proprietà è della stessa persona che, pare, i grillini hanno intenzione di candidare a Sindaco nel 2019.
E Marchi ritiene che sia ora che il PD si faccia sentire anche su questo atteggiamento di “due pesi e due misure” tipico dei 5 stelle. E ha concluso affermando: “Credo sia finito il tempo in cui possiamo permetterci il lusso di essere, per loro, il sacco delle botte”.
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