Qualche giorno fa sono incappata in un articolo pubblicato da “L’Espresso” in merito a Ferrara, nel quale Fabrizio Gatti sostiene la tesi secondo cui la città negli ultimi anni sia divenuta teatro di degrado e criminalità, in particolar modo nella zona circostante alla stazione.
Ho pensato a quale fosse una possibile riflessione relativamente all’articolo in questione, e la cosa che infastidisce è il dipinto che esce fuori dalla descrizione del giornalista. Per quanto riguarda il problema della droga nelle zone più difficili da gestire, finché ci sarà qualcuno che compra dagli spacciatori, è ovvio che il sistema non farà altro che alimentarsi. Bisognerebbe spiegare ai ragazzi, e a chiunque si rifornisca presso questi luoghi, a che cosa corrisponde l’acquisto, anche piccolo, di hashish o marijuana da questi individui. Aggiungo che se ci fosse un migliore sistema legislativo inerente all’uso di queste sostanze, forse oggi non staremmo nemmeno a parlarne. Vero è che innegabilmente la stazione di Ferrara vive una situazione di degrado, essendo un luogo di spaccio, prostituzione e piccoli furti. In particolare, durante la notte e alle prime luci dell’alba sovente ci si imbatte in tossici e senzatetto che si accampano al suo interno. Non voglio puntare il dito verso le persone più sfortunate o con problemi di tossicodipendenza, ma solo sottolineare la sensazione di poca sicurezza che si avverte quando ci si trova in stazione in orari in cui essa è meno frequentata.
Detto questo, ogni città ha delle zone meno facili da gestire, ma non per questo allora la faccenda deve estendersi necessariamente alla totalità del territorio. Mi è dispiaciuto vedere questo articolo corredato da foto scattate durante una giornata nuvolosa (una delle quali mentre degli uccelli neri sorvolavano il cielo), per far apparire Ferrara come una città avvolta da una coltre di grigio tenebroso in uno scenario che ha del post-apocalittico, siamo un po’ tutti capaci di farlo. A queste accuse mosse da “L’Espresso”, mi piacerebbe rispondere mostrando il lato bello della mia città, quello formato da un centro storico vivissimo, sempre ricco di eventi che lo rendono godibile in ogni stagione. Partendo dal maestoso Castello Estense, simbolo indiscusso di Ferrara, adornato dalle quattro torri e circondato da un fossato che aveva la specifica funzione di difesa dagli invasori. Potrei raccontarvi che a cadenza fissa il Palazzo dei Diamanti organizza mostre che attirano visitatori da tutta la nazione e che proprio adesso è in corso la mostra “Stati d’Animo”, una sorta di “gara” tra scienziati e umanisti per capire l’emotività umana, il tutto tramutato il arte.
Rimanendo in tema “gare”, Ferrara a maggio si tinge dei colori delle otto contrade delle città. I borghi e i rioni si sfidano durante gli “Antichi Giochi delle Bandiere Estensi”, che si svolgono nella suggestiva cornice di Piazza Municipale il secondo fine settimana di maggio. Gente di palio accorre da ogni dove per vedere le gare interne della città di Ferrara poiché il livello degli atleti che partecipano è molto alto e nulla nega di poter prendere qualche spunto da chi in questo gioco può dire la propria, o anche semplicemente per venire a salutare un’amicizia lontana. Il terzo fine settimana del mese si svolge la gara dei figuranti che vede la possibilità di vincere due premi, uno per il miglior corteo storico (Nino Franco Visentini) e l’altro per il giuramento (Nives Casati), quest’ultimo consiste nella rappresentazione di una storia inerente il periodo degli Este, qui i borghi e i rioni si sfidano a colpi di recitazione, scenografie e balletti. Infine si arriva all’ultimo fine settimana del mese di maggio, in cui le contrade si sfidano nelle corse al palio, con le gare di putte (ragazze), putti (ragazzi), asine e cavalli (quest’ultima è ritenuta la corsa più importante), presso Piazza Ariostea. Le contrade sono vive 365 giorni l’anno, sia per la preparazione che sta dietro al mese di maggio, sia per l’organizzazione di attività che creano costante coesione fra i contradaioli. Non da meno, a settembre 2018 Ferrara sarà la sede della Tenzone Aurea, ovvero il campionato italiano dei musici e degli sbandieratori, in cui non ci saranno in gara solo i ferraresi, ma gruppi provenienti da ogni parte d’Italia che si sfidano della massima categoria della bandiera. Esistono anche le categorie di Tenzone argentea e bronzea, per gruppi di livello momentaneamente inferiore.
Vista la questione inerente alla zona stazione/grattacielo, può sembrare che l’amministrazione comunale sia ferma o comunque non stia facendo molto, ma così non è. Il palazzo degli specchi, simbolo del degrado soprattutto a causa dello sfruttamento della prostituzione che avviene da quelle parti è stato parzialmente smantellato, un fatto curioso è che nei sotterranei sia stato rinvenuto un esemplare raro di tritone, il crestato italiano; ovviamente gli animali verranno spostati in habitat più consoni alla loro sopravvivenza. Non si può non parlare dei lavori di ristrutturazione effettuati allo stadio Paolo Mazza, ammodernato in vista della stagione calcistica di serie A. Ora anche Ferrara ha uno stadio adatto, definito “una bomboniera”, in modo che la Spal, squadra di casa, che mancava da 49 anni nella massima serie, abbia un luogo consono per ospitare tifosi e squadre da tutta Italia. La promozione in serie A, ha investito di entusiasmato la città, il quale si è unita nei festeggiamenti di questo importante evento. In ultimo, il centro è abitato da numerosi studenti che frequentano le molte facoltà universitarie presenti sul suolo ferrarese. Tanti sono i ragazzi lontani da casa che si trovano vivere in un posto in cui le abitudini sono molto differenti e che devono cominciare a pensare alla loro vita in modo più indipendente e staccato dalla famiglia. Ferrara piace ed è molto vivibile per chi, come loro, non ha una grande autonomia di movimento.
Questi sono solo alcuni spunti a cui si può pensare per cercare di capire una realtà ferrarese, diversa da quella descritta ne “L’Espresso”. Ferite curabili, non circoscritte esclusivamente a questo territorio, possibilità e margini di miglioramento sicuramente ci sono. Tante città e vivono il medesimo disagio e parlare di un luogo solo in funzione delle cose negative, semplifica troppo la verità e dà una visione solo parziale.
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