Documento della segreteria comunale del Pd
Noi siamo contrari a qualsiasi alleanza. Ma, comunque, qualsiasi decisione dovrebbe passare da un referendum fra gli iscritti. Questo, in estrema sintesi, il pensiero della segreteria cesenate del Pd. Questo il documento.
Con il voto di domenica, gli italiani hanno consegnato al PD un messaggio netto, che va colto in tutta la sua crudezza: il PD non è stato considerato quale interlocutore credibile per dare risposte al Paese. Ciò ne ha determinato la sconfitta, netta ed evidente.
Appare quindi evidente come il nostro Partito non sia stato in grado di intercettare le domande per le quali gli italiani chiedevano risposte, e su cui invece Lega e M5S sono stati molto più incisivi.
Da questa consapevolezza serve ripartire, per ricercare le cause che hanno fatto perdere al PD il filo conduttore con la società italiana. In discussione, infatti, è stata messa la stessa natura del PD, che ora ha il dovere – tanto sul piano nazionale quanto su quello locale – di aprire una profonda riflessione sui propri programmi e sulle modalità di interlocuzione con i cittadini. Questo, inevitabilmente, mette in discussione ogni persona del PD, dal Segretario al semplice militante.
Serve innanzitutto ricostituire nuove antenne nella società, senza le quali sarà sempre più difficile intercettarne le esigenze, i bisogni, le richieste. E senza consapevolezza di quale sia la domanda, nessuna offerta politica potrà mai essere ritenuta soddisfacente dall’elettorato.
Serve quindi che, nel rispetto del segnale che gli elettori ci hanno dato, ora ci sia una discussione vera, di merito, priva di tifoserie e pregiudizi. Una discussione che, partendo proprio dai nostri circoli (che già stanno organizzando le prime riunioni e a cui abbiamo chiesto di riunione i direttivi per una riflessione più condivisa possibile) fino ad arrivare agli organismi dirigenti, analizzi quel che è successo, ne comprenda le cause e trovi le modalità e il respiro politico per far ripartire la presenza del PD nella società italiana.
Per percorrere questo percorso, che per la profondità che richiede non potrà essere liquidato troppo velocemente, e perseguire l‘obiettivo di ridefinire il profilo e l’identità di un partito riformista del quale l’Italia continua ad avere bisogno, serve rispettare le scelte degli elettori e fare una legislatura all’opposizione. È innanzitutto il modo migliore per rispettare le scelte degli italiani, che domenica hanno dato una indicazione netta sulle proprie preferenze di governo. Ma è anche la modalità migliore per permettere a noi stessi di sviluppare una alta elaborazione su cosa il PD debba essere e cosa il PD debba proporre agli italiani.
Ciò non significa per il PD venir meno alla propria responsabilità istituzionale: nel pieno rispetto del mandato elettorale, dovranno essere garantite le condizioni parlamentari per l’insediamento di un governo, qualora il Presidente della Repubblica affidi l’incarico. Ma senza far parte di alcuna compagine di governo, lasciando alle forze uscite vincitrici dalle elezioni la responsabilità di guidare il Paese.
Qualora altri partiti, in particolare il M5S, dovessero formalizzare una proposta di collaborazione di governo al PD, la Segreteria comunale di Cesena ritiene che il Partito debba mantenere fermo il proposito di restare all’opposizione. Ma la cosa più utile e giusta da fare sarà un referendum fra gli iscritti, a cui spetta il diritto di esprimere la propria valutazione su una scelta di fondo che, per il PD, rappresenta indubbiamente un bivio. Sarebbe questo un primo modo per ridefinire, nel metodo, un’identità al PD che in questi anni è andata sfumando. Un messaggio che, riteniamo, vada indirizzato alla dirigenza nazionale del PD.
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