I Dem hanno l'elettroencefalogramma piatto. Devono rianimarsi. Poi darsi una linea. E mettere Renzi in panchina
In questo momento Lega e 5Stelle stanno facendo molto teatro. Ma ci sta. È nella logica delle cose. La comunicazione resta un aspetto importante. E i due partiti promessi sposi hanno bisogno di dimostrare che stanno facendo uno sforzo immane per trovare i punti di intesa. Tutto questo tempo invece sarebbe giustificato solo se questi incontri, fra le rispettive delegazioni, fossero utilizzati per redigere i disegni di legge (quindi con le relative coperture) dei temi più importanti.
Invece l’impressione è che la vera trattativa ci sia sui nomi. A partire da quello del presidente del Consiglio fino ai ministri. Insomma, un film già visto. Del resto, a mio avviso, questa partita politica ha dimostrato quello che io sostengo da sempre: i 5Stelle sono un partito come un altro.
Quali saranno i risultati del governo Salvini / Di Maio, Casaleggio? Non lo so. Non ho la sfera di cristallo. Però, siccome non sono affetto da sindrome tafazziana, mi auguro che vada bene. Perché in ballo c’è il futuro dell’Italia. Però non sono molto ottimista. Vedremo. Comunque una cosa certa: Lega e 5Stelle sono arbitri del proprio destino.
Sono pessimista perché vedo poca concretezza. Per natura sono molto diffidente quando vedo che si dà molta rilevanza all’aspetto mediatico. La considero un po’ come la panna nella pasta: nasconde tutti i difetti. Ero stato critico quando vidi arrivare Renzi in Smart, lo sono stato per il viaggio in bus di Fico e non piace il teatrino che ruota attorno alla composizione del governo giallo/verde.
E il Pd? Al Nazareno l’elettroencefalogramma è piatto. Se non si rianimano in fretta rischiano di non toccare palla. È andata come volevano: governo Lega/5Stelle. Una decisione che, inevitabilmente, amareggia quell’anima di sinistra dei pentastellati. Si calcola che siano due milioni e mezzo gli elettori che hanno abbandonato il Pd per andare coi 5Stelle.
Potenzialmente sono voti che possono essere riconquistati. Ma non per grazia ricevuta. Innanzitutto il partito deve darsi un’anima. Non può essere uno e trino. C’è una bella differenza fra l’essere macroniano e corbiniano. Io, per natura, sono portato a pensare che la verità stia nel mezzo. E, credo, che sia così anche questa volta.
Però, a prescindere da quella che sarà la direzione presa, un scelta andrà fatta in fretta. Senza se e senza ma.
Poi c’è l’equivoco Renzi. Va risolto. Anche quello in fretta. Se è vero che lui è il senatore di Scandicci si comporti come tale. Capisco che il suo ego è talmente elevato che fatica ad avere un ruolo marginale. Però, prima o poi, capirà che con le sue continue uscite fa solo del male al Pd. Del resto se il suo livello di gradimento è sceso al 15 per cento (fonte Corriere della Sera) deve prenderne atto. Perché, in casi come questi, come si dice: agitandosi si fa il gioco del nemico.
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