Asparagus Days funziona e contribuisce l'indotto. Tracciata la strada entro la quale si deve muovere la fiera
Bingo. L’Asparagus Days ha fatto centro. Ero ottimista, ma devo dire che i risultati sono ancora migliori. Anche e soprattutto perché oltre il 50 per cento dei presenti sono stranieri e quindi ne trae un grosso vantaggio anche l’indotto. Non a caso gli alberghi della città sono pieni ed altrettanto si può dire per quattro strutture di Cesenatico.
La kermesse, a prescindere all’argomento trattato, è quella giusta per una struttura come la fiera di Cesena. Dopo il restyling i padiglioni di Pievesestina sono gradevoli e accoglienti, ma hanno pur sempre una dimensione tutto sommato ridotta. Perciò non possono ospitare manifestazioni che necessitano di grandi spazi. La mente, visto che siamo in argomento, va subito a Macfrut.
Quello di Pievesestina è lo spazio ideale per iniziative di nicchia. Attenzione, però, a non fare confusione. Quando si sente parlare di iniziative di nicchia si è portati a pensare a kermesse di qualità, ma con un’affluenza tutto sommata bassa. Non è così. Asparagus Days è indubbiamente di nicchia, risponde ai crismi della qualità, ma ha anche numeri molto buoni per quanto riguarda le presenze.
Insomma, buona la prima. Anche e soprattutto perché è anche stata tracciata la strada che la fiera di Cesena dovrà seguire adesso che, finalmente, il trasferimento di Macfrut a Rimini è stato metabolizzato e non è più l’argomento al centro del dibattito.
Ad Asparagus Days sono un’ottantina gli espositori, la metà dei quali provenienti dall’estero, in rappresentanza di tutti i segmenti della filiera. Dall’Italia sono presenti tutti i principali protagonisti del settore.
Molto ricco, come sempre, il programma convegnistico. Grande novità è l’area dinamica, esterna ai padiglioni, in uno spazio di circa 5mila metri, con le prove in campo che mostrano le più moderne tecnologie applicate all’aspargo.
Questo post è stato letto 159 volte