Bussa la recessione

Non sono il verbo, ma i giornali aiutano a farsi un’idea di quello che succede. Se poi si legge fra le righe il quadro che emerge è ancora più completo. Oggi, ad esempio, la notizia è il vertice di maggioranza tenutosi ieri sera e che ha dato il via libera alla manovra economica e all’accordo con l’Unione Europea. Era logico, non c’era altra scelta.


https://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2018/03/05/di-maio-e-salvini-le-prime-parole-da-vincitori-lontani-ma-forse-non-troppo/

È anche chiaro che ampio spazio è dedicato alle anticipazioni sui contenuti della manovra. Ma, come sempre, i quotidiani vanno ben oltre. E, leggendoli bene, di notizie ce ne sono. Ne ho scelte tre. La prima è l’aumento della possibilità di andare in recessione, la seconda è il futuro dei 5Stelle, la terza il travaglio in casa Pd.

Per come la vedo io la vera mina l’ha lanciata Fubini sul Corriere della Sera. Ha scritto che è sempre più reale il pericolo di una nuova recessione. Fa questa considerazione alla luce del costante e continuo peggioramento dell’economia, ma anche e soprattutto dopo aver letto alcuni dati contenuti nell’ultimo report di Bankitalia (numerini direbbe qualcuno) che di solito ci prende. Una volta si parlava di autunno caldo, ma, se la previsione di Fubini sarà giusta, in questo caso dovremo coniare un altro termine. Forse non sarebbe male “primavera fredda”.

Una cosa però pare certa: l’andamento dell’economia influirà sulle prossime elezioni. Quelle di maggio. Gli italiani hanno sempre dimostrato di essere particolarmente sensibili al tema economico. E se ci dovesse essere una recessione i partiti al governo rischierebbero un calo di consensi. In particolare i 5Stelle. E a rischio sarebbe Di Maio. Del resto da un po’ di tempo si parla di insoddisfazione nel movimento nei confronti dell’attuale leader. E, stando ai giornali, il suo posto potrebbe essere preso da Conte, non da Di Battista che a marzo tornerà dopo l’esilio volontario dal Sud America. Fra l’altro oggi DiBa è nel mirino del Giornale anche lui per problemi, o presunti tali, dell’azienda di famiglia.


Secondo i quotidiani la crescita di consenso da parte di Conte è direttamente proporzionale con il gradimento in seno alla Casaleggio, vero dominus del movimento. Il problema è che Conte è un mediatore. Una sorta di democristiano. Insomma non ha nulla del grillino doc. Niente a che fare col Vaffa. Insomma, si nasce incendiari e si muore pompieri.

Un’eventuale riduzione di consensi da parte dei 5Stelle favorirebbe il Pd? Non è automatico. Soprattutto se il partitore (ormai ex)  continua a farsi male da solo. L’ennesina tafazzata sarebbe stata l’accordo Zingaretti/D’Alema. Oggi però smentito dal governatore del Lazio. Ma, riguardo al Pd, la notizia odierna mi pare un’altra: Luca Lotti (renziano doc) che dice (intervista al Corriere della Sera) che resterà nel partito. Poi aggiunge che appoggerà Martina. Non è una notizia poco. Resta da capire se le sue scelte sono determinate da una rottura con Renzi come l’appoggio a Martina potrebbe far pensare, oppure se la sua uscita sia stata fatta per attestare che Renzi non lascerà il Pd per fondare un suo partito.


A livello locale invece la situazione è molto più ingessata. I botti o presunti tali dovrebbero arrivare dopo le vacanze natalizie. Due i quesiti principali: il candidato del centrodestra e dei 5Stelle. Per quanto riguarda i pentastellati tutto è legato allo scontro interno e alla possibilità  di avere il simbolo. Al momento l’ipotesi più accreditata è che il simbolo verrà concesso al gruppo di Natascia Guiduzzi.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.