Concreto, determinato, competente, onesto (anche intelettualmente), rassicurante e inclusivo
Concreto, determinato, competente, onesto (anche intelettualmente), rassicurante e inclusivo. Queste, secondo me, le caratteristiche principali di un politico. Deve essere anche simpatico? Non è fondamentale. Certo, la simpatia è importante soprattutto per conquistare voti. Il problema è che rischia di essere uno specchietto per le allodole e mimetizzare le deficienze. Idem per l’empatia.
Tanto per essere chiaro: preferisco un antipatico competente ad un simpatico che non capisce una mazza. Essere competenti però non basta. Deve anche saper giocare di squadra. È qui che entra in campo l’inclusività. L’uomo solo al comando non serve a niente. Poi, sia chiara una cosa: competenza non significa sapere tutto, ma ascoltare e imparare per aumentare la propria conoscenza. Dei tuttologi ho sempre diffidato. Non si può pensare che un politico sia, allo stesso tempo: fiscalista, economista, urbanista, agronomo e, chi più ne ha più ne metta. Nello stesso tempo non può accettare a scatola chiusa un prodotto preconfezionato. O, per lo meno, può validarlo solo dopo averlo studiato grazie all’aiuto di una persona competente.
Poi si entra nella fase dell’applicazione. È qui che un politico deve essere concreto e determinato. In poche parole deve ascoltare tutti e poi fare una sintesi. Un politico/amministratore che galleggia non fa bene il suo lavoro.
Nello stesso tempo smettiamo di pensare che chi governa accetti di stravolgere i propri progetti. Di retromarce simili ne ho viste pochissime. Si contano sulle dita della mano. Del resto io diffido di un amministratore che è costretto a stravolgere tutti i suoi progetti. Significa che ha una scarsa capacità di elaborazione. Invece, apprezzo chi accoglie i suggerimenti per fare degli aggiustamenti. La scelta però deve essere sempre fatta per implementare, non soddisfare qualcuno. Perché c’è sempre l’effetto uguale e contrario: nel momento in cui accontenti qualcuno ne scontenti altri. E allora, per non correre rischi l’alternativa è l’immobilismo. Così sei tranquillo, però l’immobilismo è la prima cosa che chi amministra deve abiurare.
C’è poi la capacità comunicativa. È un aspetto che personalmente non mi interessa, Ma della quale un politico non può fare a meno. Però a un buon amministratore non si chiede di saper vendere ghiaccio agli eschimesi.
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