Civismo è tornata ad essere una parola molto di moda. Soprattutto nel centrosinistra
Nei giornali italiani un’altra volta è stato l’arresto di Cesare Battisti a tenere banco. Certo, meglio quella notizia che non il viaggio in auto verso Strasburgo di Di Battista e Di Maio. L’arresto di Battisti ha però messo in secondo piano altre notizie, come, ad esempio, la condanna, in primo grado, del leghista Calderoli per gli insulti all’ ex ministro Kyenge. Fu definita orango. Il collegio giudicante ha riconosciuto l’aggravante razziale. Non è una cosa di secondo piano. È la notizia scelta dal Manifesto come apertura.
Avessi avuto un ruolo apicale in un quotidiano inoltre avrei suggerito di riprendere l’intervista pubblicata ieri su Huffingtonpost a Giovanni Legnini, candidato del centrosinistra alle regionali in Abruzzo. Si voterà in febbraio. Devo premettere che considero Legnini uno degli uomini migliori (se non il migliore) del centrosinistra. Però non è un comunicatore. Ha invece mostrato di essere molto concreto sia come politico che come amministratore. È un avvocato ed è stato anche vice presidente del Csm.
Ha accettato di mettersi in gioco in una situazione piuttosto difficile. In Abruzzo, nelle politiche di marzo, il Pd ha preso il 14 per cento e il centrosinistra poco più del 17. Dati da far tremare i polsi. Ma Legnini ha avuto il coraggio di accettare la sfida. E lo ha fatto proponendo un’alleanza composita: progressisti, cattolici, liberali, movimenti civici e cittadini. In totale otto liste. Un po’, se vogliamo, il percorso che sta tentando Lattuca a Cesena. Una soluzione che mi convince molto di più rispetto al listone progressista del quale negli ultimi giorni hanno parlato Zingaretti e Gentiloni per le Europee. Come non mi convince del tutto la proposta di Chiamparino, governatore del Piemonte, di costruire dal basso una coalizione prevalentemente civica che supera i tradizionali cartelli elettorali che si riconoscono nel centrosinistra.
Anche nel percorso intrapreso da Legnini e Lattuca hanno però un ruolo importante le liste civiche. Però, attenzione, non bisogna caricarle di troppe responsabilità e pensare che siano la panacea di tutti i mali. Ho sempre ritenuto il civismo un fenomeno positivo. Molto. Ma, al contempo, sono sempre stato convinto che da solo non ce la possa fare. I partiti sono e restano indispensabili.
E mi fa piacere che la pensi così anche Legnini. “I partiti hanno una funzione decisiva in una democrazia rappresentativa e liberale – dice rispondendo all’intervistatore di Huffingtonpost -. Ma devono recuperare il senso e la forza che proviene dai principi scolpiti nell’articolo 49 della Costituzione”.
Inoltre, diciamo la verità, un partito ha un’identità. Una lista civica molto meno.
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