Turismo: risposte insufficienti

Nel faccia a faccia di ieri non sono state pronunciate quelle che ritengo le parole chiave

Il turismo è uno dei temi trattati nel faccia a faccia di ieri fra Rossi e Lattuca. Per quanto mi riguarda non sono per nulla soddisfatto delle risposte date. Per prima cosa non ho capito di quale turismo si parlasse. Ma scordiamoci che Cesena possa diventare una località turistica vera e propria.


Il faccia a faccia di ieri è stato molto partecipato

Penso, però, che l’obiettivo non fosse quello. Ma, se anche si pensa di aumentare i flussi, non sono state usate quelle che ritengo parole chiave. La prima è posti letto. Cesena non ne ha a sufficienza per cercare di entrare in un circuito. Non è una mia convinzione, mi limito a riportare pensieri e perplessità dei tour operator che la scorsa primavera hanno fatto un full immersion di due giorni a Cesena e in Valle Savio.

In secondo luogo condivido l’analisi fatta da Emanuele Che si, caposervizio del Carlino che ieri ha moderato l’incontro: Cesena sarà sempre una località da toccata e fuga.

Però potrebbe essere possibile aumentare presenze e pernottamenti. Ma non ho sentito pronunciare quelle che, per me, sono due parole fondamentali: brand e territorio. Entrambi li ritengo fondamentali. Il brand aiuterebbe moltissimo. Senza quello non andiamo da nessuna parte. Del resto, cosa sarebbero, ad esempio, Salisburgo senza Mozart, Pisa senza la torre pendente, Verona senza Giulietta e Romeo, Gradara senza Paolo e Francesca.


Piazza del Popolo

Noi abbiamo la Malatestiana. È tanta roba, ma insufficiente. Rossi, mi pare di capire, punterebbe su un ristorante stellato. Non credo possa aiutare molto, ne riparleremo. Io continuo a credere che il nome giusto per un brand sarebbe Violante Malatesta, per la sua particolarissima storia. Poi servirebbe anche valorizzate la storia che ruota attorno a Villa Silvia.

Altra parola d’ordine che, ritengo, dovesse essere pronunciata è territorio. Se vogliamo fare una proposta appetibile che possa attirare turisti da week end dobbiamo fare un’offerta più ricca e uscire dai confini del nostro Comune. Creare un percorso che, oltre a Cesena, comprenda, ad esempio: pieve di Monte Sorbo, Sarsina, sorgente del Tevere, Alferello (per i naturalisti), casa Artusi di Forlimpopoli, Bertinoro, Polenta. Ci sarebbero poi da recuperare le miniere di Formignano. È chiaro, tutti non potrebbero vedere tutto, ma, avendo un ventaglio di proposte, potrebbero sbizzarrirsi. Sempre che non si voglia creare un tour, con bus o minibus, organizzato. Ma qui, mi pare, di andare troppo oltre.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.