L'analisi di Daniele Domenichini (Forza Italia)
Daniele Domenichini, candidato alle comunali di Forza Italia e già dirigente del Consorzio di Bonifica, fa il punto sulle quanto emerso in queste ore per la piena del Savio.
Rischio idraulico, non è per niente uno sconosciuto, ma ci dimentichiamo troppo facilmente della sua esistenza. Sono bastate 36 ore di pioggia (oltre 100 mm) per gonfiare il fiume Savio in modo preoccupante, ponti e strade chiusi al traffico, golene allagate, esondazioni diffuse e a valle di Cesena il livello della piena continua ad aumentare avvicinandosi alle sommità arginali.
Fortunatamente il reticolo minore dei corsi d’acqua non ha presentato criticità, in quanto i fenomeni di fortissima piovosità hanno interessato la parte alta del bacino del Savio e in misura minore i bacini del Rio Marano, Rio Cesuola, Rio Donegallia, Rio Granarolo.
Oltre ai disagi per la circolazione, ai danni arrecati alle colture allagate e alle infrastrutture, occorre mettere in conto anche quel senso di impotenza di fronte alle calamità naturali, ma anche di fronte alla incapacità delle strutture pubbliche di mettere in sicurezza il territorio.
Al riguardo si analizzano due problematiche: 1) In corrispondenza del ponte nuovo (via Emilia) si sono accumulati arbusti, tronchi, e tanto altro, per cui il flusso dell’acqua è regolare solo su tre delle cinque luci ad arco; 2) A Ronta, subito a valle del ponte dell’autostrada, l’argine destro del Savio si è abbassato di oltre un metro per una lunghezza di trenta metri, se la piena continuerà ad aumentare potrebbe verificarsi una esondazione devastante.
L’ex Servizio Tecnico di Bacino (Organo Regionale), a cui compete il controllo e la manutenzione dei corsi d’acqua principali, non ha disponibilità per fare un intervento straordinario per consolidare la frana che ha prodotto l’abbassamento arginale. A questo punto c’è da chiedersi, se la Regione non riesce ad intervenire, il Comune sta a guardare senza preoccuparsi?
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