Nuovo successo per la rassegna "GaddiFestival" e per l'apertura del Museo Romagnolo del Teatro.
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Calorosissimi applausi hanno sottolineato il successo dei giovani interpreti del concerto di brani selezionati da “L’Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. L’opera è stata proposta in una riduzione di Valeria Esposito, che ha elaborato un testo in cui si narra la vicenda collegandovi i brani musicali principali. Il concerto si è tenuto presso la Sala Sangiorgi domenica 19 maggio 2019 nell’ambito di “GaddiFestival”, promosso dall’Associazione Forlì per Giuseppe Verdi. La rappresentazione, in forma semiscenica, è frutto del lavoro svolto presso il Conservatorio di Cesena, in questo anno accademico, dagli allievi di Canto (docente Valeria Esposito) e di Accompagnamento al pianoforte (docente Pia Zanca): Eleonora Benetti, soprano, Ufuk Aslan, baritono, Alberto Ambrogiani, tenore, Anastasia Egorova, soprano, Camilla Pacchierini, mezzosoprano, Stefano Bernabei, pianoforte.
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L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito delle aperture del Museo Romagnolo del Teatro a opera delle socie e dei soci dei Lions Club forlivesi e del Leo Club, in collaborazione con il personale del Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì.
Prima del concerto, nelle sale espositive di Palazzo Gaddi, Gabriele Zelli ha ricordato che “L’Elisir d’amore” è un melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti (1797-1848) su libretto di Felice Romani e che la storia ruota attorno alle vicende dell’umile contadino Nemorino, innamorato di Adina e incapace di dichiararsi. L’equilibrio viene bruscamente interrotto con l’arrivo di Dulcamara, che, fingendosi un dottore, vende a Nemorino un fantomatico elisir d’amore…
Si tratta di un lavoro complesso, in bilico fra più generi, in cui s’incontrano caratteristiche di diversa provenienza, che s’integrano e si compensano a vicenda. La trama contiene ogni sorta di espedienti: colpi di scena, ciarlatani che propongono filtri magici, improvvise eredità, gelosie, struggimenti, partenze per la guerra, fino all’allegro lieto fine, in cui anche i “cattivi” si riscattano e trovano soddisfazione.
Anche se scritta in pochissimo tempo, solo due settimane, l’opera racchiude tutta la ricchezza del talento compositivo di Donizetti e merita assolutamente di essere annoverata tra i capolavori del belcanto in quanto ricca di bellissime melodie splendidamente orchestrate a creare diverse atmosfere sonore, per scene ed emozioni corrispondenti. Una trama brillante, con un libretto molto poetico, supportato da musica di prima classe: questa la combinazione fortunata che fa de “L’elisir d’amore” uno dei titoli d’opera più popolari da quasi due secoli.
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L’opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 a Milano, presso il Teatro della Cannobiana, ottenendo un successo grandioso. Venne poi ripresa nei maggiori teatri italiani e tradotta anche all’estero, restando uno dei più importanti trionfi della carriera di Donizetti.
A contribuire al successo dell’opera contribuirono anche due concittadini forlivesi come il soprano Eugenia Savorani Tadolini (1808-1872), che fu fra le prime interpreti nel ruolo di Adina a Vienna nel 1835, e il tenore Angelo Masini (1844-1926) che interpretò la parte di Nemorino.
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