Sottoscrizione popolare per riacquistare il simbolo del Cesena calcio
Il cavalluccio marino è il simbolo del Cesena calcio. Dopo il fallimento della società è diventato di proprietà del curatore fallimentare che lo scorso anno ne ha concesso l’utilizzo alla squadra bianconera. Adesso va all’asta. Verrà in messo in vendita a 750 mila euro, cifra completamente fuori mercato. È molto probabile che non saranno presentate offerte. Chi se ne intende stima il valore attorno ai 120 mila euro. Si potrebbe arrivare a 150 mila euro, ma esagerando. Il rischio è quello che, alla fine, la società ne perda la possibilità di utilizzarlo. Anche se non si capisce bene chi possa essere il privato interessato ad acquistarlo.
Il vero tema è chi debba acquistarlo. Candidata numero uno è la società bianconera. Ma, al momento, non pare avere grosse disponibilità finanziarie. L’alternativa è il Comune. A palazzo Albornoz sono già stati accantonati i soldi necessari (centomila euro o poco più) per finanziare l’operazione. È giusto che il Comune debba farsene carico?
È la domanda delle cento pistole. Ma è uno di quei temi sui quali l’opinione pubblica è destinata a spaccarsi. Per quanto mi riguarda non ci vedo niente di scandaloso se con i soldi pubblici si riacquista quello che, di fatto, è diventato uno dei simboli della città. Nello stesso tempo, però, capisco anche chi è di parere contrario. Mi dispiacerebbe, invece, che ci fossero delle strumentalizzazioni. Da una parte e dall’altra. Cosa sempre possibile in politica.
Comunque, ritengo che la soluzione migliore sarebbe una sottoscrizione popolare. Credo che trovare circa 150 mila euro non sarebbe una missione impossibile. Innanzitutto a muoversi dovrebbero essere le principali aziende. Amadori, Camac, Conad, Orogel, solo per fare qualche nome, credo non metterebbero in crisi i propri bilanci se dovessero metterci cinque o diecimila euro. Lo stesso dicasi per la Maxicart, azienda di proprietà di Corrado Augusto Patrignani, presidente del nuovo Cesena calcio. Ma gli esempi potrebbero essere tanti altri. Un contributo consistente poi ce lo potrebbe mettere anche il Comune attingendo da quei fondi già accantonati. Idem dovrebbe fare la società bianconera. Io credo che se partisse un’operazione simile e ci fossero questi esempi i cesenati, gli sportivi innanzitutto, sarebbero spinti a mettere mano al portafoglio per versare un obolo che, a quel punto, non dovrebbe essere altissimo. Potrebbero bastare 100/150 euro a testa.
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