Sulla crisi di governo intervento della segreteria politica dei Popolari per Cesena
Sulla crisi di governo intervento della segreteria politica dei Popolari per Cesena.
Continua la sceneggiata del leader della Lega Matteo Salvini.
È dalla costituzione del governo “giallo-verde” che si fanno presenti le enormi distanze politiche tra Lega e M5S, ma Salvini e Di Maio ci hanno sempre rassicurato che quello che contava era il Patto di legislatura da loro siglato (infatti!).
È da mesi (non da giorni) che la mattina litigano su tutto per poi riappacificarsi verso sera, rassicurando gli italiani che il governo durerà 5 anni (infatti!).
Ma in questo teatrino di politicanti che giocano sulla pelle di una Nazione, sono entrati nuove comparse: i sondaggi, che dopo le elezioni europee danno la Lega in ulteriore ascesa (e questo fa venire l’acquolina in bocca al suo leader) e la legge di bilancio (che invece gli fa tremare le gambe).
Risultato: convenienza vuole che proprio ora, proprio in questo momento occorra staccare la spina al governo (così si evita di far passare la legge sul taglio del numero dei parlamentari, assestando il secondo colpo mortale al M5S dopo la TAV).
E la notizia del suicidio medicalmente assistito del Governo è stato dato da Salvini a Pescara dopo un comizio caratterizzato dalle lacrime per i figli (sentimento che gli fa onore) e da parole con cui invece è andato ancora volutamente “sopra le righe”.
Ha detto: “siamo in democrazia; se gli italiani lo vorranno, mi diano i pieni poteri per governare senza palle al piede”.
Questa affermazione potrebbe far passare, magari inconsciamente, concetti aberranti.
Quello innanzitutto che “democraticamente” si possa avallare, giustificare una dittatura. Chiedere i pieni poteri è come chiedere ad una persona sana e felice di suicidarsi “liberamente”. I “pieni poteri” sono l’antitesi della democrazia.
Democrazia è dialogo, partecipazione; è riconoscere di non avere la verità in tasca e di avere bisogno degli altri, anche di coloro che non la pensano come noi. E’ ricerca di collaborazione (nell’ambito di coalizioni) con forze politiche diverse ma convergenti verso obiettivi comuni, nella tensione continua a garantire la rappresentanza di tutto il popolo (e non solo di una parte) senza emarginare nessuno.
La DC del dopoguerra ha sempre seguito questa linea politica, anche quando poteva numericamente essere autosufficiente, cadendo semmai nell’estremo opposto, cioè di essere spesso in balìa dei piccoli partiti, a scapito della governabilità.
Ora però in ballo non c’è la governabilità, ma la stessa democrazia.
E le “palle al piede” sarebbe “chi non è d’accordo”.
Siamo molto preoccupati per questo decadimento e imbarbarimento del confronto politico. Lo “stile Salvini” sta prendendo piede tra la gente, fomentando odio, divisione, diffidenza, chiusura nei confronti di chi è diverso da noi.
Questi politici stanno favorendo il degrado sociale dell’Italia, stanno cambiando i connotati della nostra Nazione, e ciò ci preoccupa soprattutto per il futuro dei nostri figli.
Gli stessi paesi europei indicati come modello dal leader della Lega (vedi Ungheria) hanno lasciato solo il Capitano, facendo poi concretamente scelte più razionali e in linea con gli interessi dei loro popoli (vedi appoggio al presidente Von Der Leyen).
Solo la Lega continua nella politica nazionalista ed isolazionista che ci sta portando ad essere sempre più marginali nell’Europa, che abbiamo contribuito a far nascere, e nel mondo.
Ci appelliamo ai cattolici perché aprano gli occhi e si guardino dall’esibizione blasfema dei simboli della nostra fede. Il simbolo (la Croce, il Rosario) richiama ad una realtà più alta, a un Mistero che si può solo “incontrare” e che invece non possiamo “dominare” e usare secondo le nostre idee o le nostre aspettative; in questo modo la religione diventa ideologia o superstizione, si annacqua, perde sapore.
Ci appelliamo ai liberali e ai socialdemocratici del cosiddetto “centro-destra”, perché abbiano un rigurgito di orgoglio e sappiano affrancarsi dall’egemonia politica di un partito (la Lega) che nella prassi mina, di fatto, i principi del liberalismo, della democrazia e della solidarietà sociale.
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