Nel gruppo dirigente del Pd. A Forlì Di Maio è molto tentato
Scissione annunciata, era già tutto previsto, oppure: lo strappo di Renzi o l’azzardo di Renzi. Potrebbero essere tanti i titoli per la notizia che Renzi farà il suo partito o movimento, la scissione più annunciata della politica e che rischia di condannare Renzi all’irrilevanza. Leggevo ieri che un suo partito è quotato fra il tre e il cinque per cento. Se fosse così sarebbe molto dura. Certo, lui punta ai moderati. A quegli elettori di Forza Italia che soffrono l’alleanza con Salvini. Ma in quanti saranno attratti? Alla luce di queste considerazioni una cosa appare certa: Renzi ha bisogno del proporzionale secco. Con il maggioritario rischia di sparire. Quindi dovrà appoggiare il governo.
E a livello locale cosa succederà? Io credo poco o niente. Per lo meno a Cesena. Qualcuno del gruppo dirigente del Pd potrebbe essere tentato. Ma sono pochissimi. A Cesena il partito prima era bersaniano. Poi è diventato renziano, ma il feeling col messere fiorentino è sempre stato evanescente. Nell’ultimo periodo si erano allontanati anche i renziani della prima ora.
Diverso il discorso nella società civile. Lì Renzi potrebbe pescare. Non moltissimo però da persone vicine al Pd. Questa mattina ne ho sentite diverse e non ho trovato nessuno disposto a seguirlo. Più facile, invece, fare breccia in un’area moderata che ha un’anima di centrosinistra senza però avere una casa di riferimento o che sono in contrasto con i vertici del Pd nazionale o locale. Difficile dire se, in questo senso, ci potranno essere ripercussioni anche in Consiglio comunale. Al momento tendo ad escluderle, però il futuro remoto resta un’incognita.
Più complicato il discorso su Forlì dove c’è Marco Di Maio che pare sia tentato. Ieri il suo nome appariva in diversi pezzi. Non ultimo quello caricato nel pomeriggio su Huffingtonpost. Cosa farà lo si saprà molto presto. Forse fra poche ore. Dovesse andarsene nel Pd forlivese provocherebbe un sommovimento in quanto non sarebbe l’unico a farlo. Il problema però sarebbe un altro: il Pd provinciale perderebbe l’unico parlamentare e gli amministratori locali dovrebbero far riferimento ad un renziano. C’è di peggio, ma non è il massimo.
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