Dalla Canonica di San Giorgio prelevate dai tedeschi opere della Pinacoteca.
Nel libro “1944: il passaggio del fronte dai diari e dalle memorie dei parroci di Barisano, Malmissole, Poggio, Roncadello, San Giorgio” ha un posto di rilievo quanto scritto da don Carlo Zoli (Forlì 1909-1995), il quale riservò una grandissima attenzione alla stesura della cronaca parrocchiale tanto ché, per gli anni tra il 1940 e il 1948, sono contenute in due grossi volumi nonostante San Giorgio fosse e sia una piccola parrocchia. All’avanguardia con quanto di meglio la tecnologia dell’epoca gli offre, don Carlo usò la macchina da scrivere e corredò i testi di volantini, ritagli di giornale e immagini fotografiche da lui stesso scattate. Preciso nella descrizione degli eventi, fu attento a tenere aggiornata la cronaca con una certa frequenza. Si preoccupò di integrare i testi scritti a macchina con aggiunte a penna, man mano che acquisiva nuove informazioni. Tali integrazioni sono segnalate nella parte che viene riportata di seguito tra parentesi quadre.
Don Zoli, secondo le usanze del tempo, entrò nel Seminario di Forlì appena undicenne per gli studi che completò nel Regionale di Bologna, venendo ordinato sacerdote il 13 marzo 1932. Fu cappellano alla Trinità fino al 1934, passò poi a S. Mercuriale fino all’anno successivo quando divenne direttore del San Luigi che stava attraversando un periodo di crisi ben presto superato con l’avvio delle proiezioni cinematografiche. Don Zoli lasciò San Luigi nel 1940. Ebbe anche incarichi di dimensione diocesana come Vice Cancelliere dal 1933 al 1940; Mansionario della Cattedrale dal 1936 al 1940; Cerimoniere della Cattedrale, nel 1940 fu trasferito parroco nella rurale San Giorgio e dal 1946 divenne Segretario dell’Ufficio Tecnico Diocesano. Nel 1949 fu richiesto dalla Santa Sede per un servizio amministrativo nella Segreteria di Stato. Egli sovrintendeva l’ufficio “spedizioni”, cioè quell’ufficio da dove partono e dove arrivano giornalmente le corrispondenze della S. Sede con tutto il mondo. Nel frattempo fu cappellano della Guardia Palatina del Vaticano in subordine all’altro forlivese mons. Amleto Tondini. Veniva insignito del canonicato di S. Maria in Via Lata di Roma, Protonotario Apostolico, Prelato Chierico della Camera Apostolica. Il cardinale Pio Laghi così lo ha ricordato: «… per la sua grande affabilità, la sua cordialità schietta e senza scorza, il suo tratto sobrio e garbato, il tono dimesso e semplice del suo comportamento, la gioia disponibilità di rendersi utile … aveva ‘innestato’ il suo ‘essere prete’ sul suo sano e bel carattere ‘romagnolo’».
Ebbe ruoli importanti durante il periodo del Secondo conflitto mondiale collaborando con il salesiano don Pietro Garbin nella distribuzione degli aiuti alla popolazione (sfociati poi nella Pontificia Opera di Assistenza). Nella sua canonica di S. Giorgio non solo ospitò famiglie di sfollati, e i seminaristi per il riposo notturno nella malaugurata prospettiva di bombardamenti in città; vi furono anche trasferite dalla Pinacoteca cittadina moltissime opere d’arte per l’identico motivo.
Dalla Cronistoria della Parrocchia di San Giorgio”, 1940-1944, pp. 313-354, si riportano le notizie più salienti come scritte da don Zoli per i mesi di settembre e ottobre 1944.
SETTEMBRE 1944
Tralascio di annotare dettagliatamente gli avvenimenti bellici, le incursioni aeree, e quant’altro si riferisce allo stato di guerra e di carattere generale che non abbia attinenza alla vita parrocchiale. Sarebbe necessaria una cronaca più ampia: e ciò esula dai fini di questa piccola cronistoria parrocchiale.
Il fronte si avvicina sempre più e dall’Adriatico sentiamo per giornate intere del tambureggiare delle artiglierie. Mettiamoci nelle mani di Dio e a Lui affidiamo il nostro avvenire.
3 settembre 1944
Prima domenica del mese: eliminata a norma delle disposizioni liturgiche e canoniche l’esposizione del SS. Sacramento durante la messa, si è fatta nel pomeriggio una funzione eucaristica con discorso riferentesi alla riparazione della bestemmia. Soddisfacente l’intervento dei fedeli.
Anche per questo mese nei giorni festivi avranno luogo tre Sante Messe col seguente orario: 6,30 – 8 – 10,30. Si ha un grande vantaggio sia per le confessioni e per il numeroso intervento dei fedeli a tutte le messe. La messa nei giorni feriali alle ore 7.
Trovasi ospite in canonica il Reverendo Don Remo Gordini, Vicario Cooperatore della parrocchia di Ravaldino Città. Così abbiamo ogni mattina anche una seconda messa, col vantaggio di soddisfare un maggior numero di devoti.
19 settembre 1944
L’associazione parrocchiale della Gioventù Femminile di A.C. ha fatto celebrare oggi nella nostra Chiesa un ufficio funebre di messe in suffragio di mia sorella Zoli Lina (la sorella di don Carlo rimase uccisa nel bombardamento del 25 agosto 1944 che colpì piazza Saffi ndr), che ne fu Vice-Presidente e Segretaria.
22 settembre 1944
Dopo 4 settimane di aspra lotta è stata occupata dagli inglesi Rimini. Si dice essere stata la più grande battaglia dopo quella di El-Alamein. Si è avuta un’incursione aerea su Forlì nella zona della ferrovia.
24 settembre 1944
Dalle 10 alle 10, 30 e alle 16 si sono avute violentissime incursioni aeree su Forlì con 15 ondate di bombardieri e fortezze volanti. Colpita gravemente la zona della ferrovia, via Ravegnana e dintorni. In serata e nella notte hanno preso alloggio in canonica ufficiali tedeschi del Reggimento approvvigionamenti “Mall”. Hanno occupato la mia camera da letto dove è stata allestita la mensa ufficiali, poi la camera di mia sorella e quella dei forestieri. Il parroco ha trasferito la camera da letto nella sala grande dove ha collocato anche l’ufficio parrocchiale e la camera da pranzo.
Il rimanente di questo reparto ha preso posto nelle vicinanze della chiesa: casa Camprini, dove alloggia il comandante e l’interprete (una signorina di Bolzano [di facili costumi]), e altre case per infermeria, cucina, magazzino viveri, calzolaio, ufficio cassa, ecc. Gli ufficiali del comando (Ostkommandantur S. Giorgio) sono stati collocati in una casa colonica grande in parrocchia Malmissole sulla strada del Cavedalone ai confini della nostra parrocchia.
28 settembre 1944
Una grande pioggia torrenziale ha inondato le campagne e abbassata la temperatura. Anche le operazioni militari nel nostro fronte sono state interrotte e ritardate. La vendemmia in parrocchia ha dato scarso rendimento perché l’uva è stata assai danneggiata dalla malattia e dalla stagione a motivo della scarsità degli anticrittogamici. Questa sera è incominciato il Triduo in preparazione alla festa della Madonna del Rosario. Il maltempo ha impedito l’intervento dei fedeli alla prima sera.
OTTOBRE 1944
È il mese dedicato alla Madonna del Rosario. Confidiamo che per noi sia apportatore di grandi grazie e che si ponga termine per noi al flagello della guerra.
1 ottobre 1944
Festa della Madonna del Rosario.
Ringraziando il Signore e la nostra celeste Madre nessun avvenimento ha turbato la nostra festa, accompagnata dal lontano rumore delle armi. Moltissimi fedeli intervenuti alle cinque Sante Messe e alla funzione pomeridiana. Ha celebrato la messa della Comunione Generale il Reverendo Don Remo Gordini, mentre il Reverendo Don Mario Forlani ha cantato la messa solenne. Dopo la medesima si è recitata la Supplica col canto delle Litanie.
Nel pomeriggio dopo il rosario il Molto Reverendo Prof. Don Leo Coppo dei Salesiani ha tenuto il discorso di circostanza. Ha impartito la Benedizione il Reverendissimo Canonico Tommaso Morgagni. Il canto è stato eseguito dalla piccola schola cantorum femminile della parrocchia. In particolare alla Messa cantata sono state eseguite le parti brevi della “Messa Popolare Laus tibi Christe del Caudana” e il Gloria e il Credo della “Messa corale Cantate Dominio dell’Oltrasi”.
5 ottobre 1944
È ricominciato il Triduo in preparazione alla Festa di San Giovanni Bosco.
8 ottobre 1944
Si è celebrata oggi la Festa di San Giovanni Bosco, senza solennità. Hanno avuto luogo quattro messe. Alle 11 ha cantato la Messa il Canonico Morgagni. La scuola di canto ha eseguito la Messa Corale ad una voce di Oltrasi, e l’Inno popolare a San Giovanni Bosco “A te Don Bosco un cantico…”. Alla sera il parroco ha detto brevi parole di circostanza su “Don Bosco educatore”. Le circostanze hanno impedito l’intervento dei Salesiani alla nostra festa.
Era poi in progetto l’inaugurazione del nuovo Quadro di San Giovanni Bosco, ma il pittore prof. Balducci avendo dovuto sfollare da Forlì non ha potuto eseguire l’opera.
16 ottobre 1944
Alle 21 l’aereoplano disturbatore della notte chiamato popolarmente “Pippo”, che da qualche tempo non aveva fatto più comparsa, ha sganciato due spezzoni dirompenti in territorio della parrocchia e precisamente vicino alla casa colonica “Ravaglia” e casa colonica “Gardella”. È rimasto ucciso un soldato tedesco: Erich Hammer di 36 anni, che stava di servizio davanti alla casa Ravaglia. La salma del medesimo è stata tumulata nel Cimitero dei tedeschi a Forlì. Nessun altro incidente.
19 ottobre 1944
Alle 16 caccia Bombardieri hanno lanciato molte bombe nei pressi della Chiesa di San Martino in Villafranca danneggiando gravemente Chiesa e canonica. Il parroco [don Gaetano Lugaresi] si trovava in casa ed è rimasto salvo unitamente alla sua famiglia. Un unico ferito: un passante che si trovava per la strada. Si ha notizie di una incursione aerea avvenuta giorni fa su Fiumana. È rimasta danneggiata la Chiesa e la casa parrocchiale.
20 ottobre 1944
Cesena occupata dagli inglesi. Il fronte si avvicina: alla sera i numerosi fari illuminano tutto il cielo e l’orizzonte intorno a noi. Molti sfollati, credendosi più sicuri lasciano la campagna e ritornano a Forlì.
21 ottobre 1944
Anche Casadei Augusto, che era sfollato in canonica, stamane è tornato in città.
È ospite da oggi in canonica il Prof. Antonio Amore [+5.8.74] di Ragusa (Sicilia) che si trova da alcuni mesi sfollato in parrocchia in altra casa.
Questa mattina alle 8,30 sono cadute le prime granate su Forlì. Ecco anche noi coinvolti nel fronte di guerra. Affidiamoci alla nostra Madonna del Rosario e ai Santi Protettori perché ci scampino da ogni sciagura.
22 ottobre 1944
Per tutta la notte grande attività sul fronte di Cesena: molte granate sono cadute su Forlì.
Abbiamo celebrato oggi la Giornata Missionaria. Le Aspiranti della Gioventù Femminile hanno fatto la questua in Chiesa e hanno fruttato la bella somma di £ 550,40.
Nel pomeriggio ha avuto luogo una funzione Eucaristica per le Missioni ed è stato cantato per la prima volta l’Inno Missionario “Gesù lo sguardo amabile… “.
Da oggi hanno avuto luogo nei giorni festivi solo due Messe secondo l’orario normale (8 e 11). Essendo poi tornati in città Don Forani, sfollato a Malmissole, e Don Gordini, sfollato in canonica, vengono sospesi gli uffici funebri e resta solamente la celebrazione di un’unica Messa quotidiana.
23 ottobre 1944
Dalle 21,30 e durante la notte sono cadute granate in territorio della parrocchia. Era forse intenzione del nemico colpire il Crocevia e la strada. Non si sono constatati danni. Molto panico. Granate sono cadute vicinissime alle case Maltoni, Foschi e Camprincoli. Abbiamo passato la prima notte di fuoco senza dormire, con molto panico. Alcuni parrocchiani non potendo usufruire dei rifugi ingombri d’acqua, sono venuti in canonica e pernottano in sacrestia trasformata in dormitorio e che si ritiene il luogo più sicuro dall’offesa delle granate.
Madonna del Rosario proteggi la nostra parrocchia, difendi le nostre famiglie, salvaci tutti!
24 ottobre 1944
A Forlì vengono fatti saltare dai tedeschi la centrale elettrica, l’officina gas e il torrione dell’acquedotto. Azione di barbarie perché il danno è esclusivamente della popolazione civile.
Anche a San Giorgio alle 10,35 viene fatta saltare la cabina elettrica [era stata inaugurata da don Eugenio Servadei il 18.07.1931] e distrutto il trasformatore. Chissà quando potremo avere la luce!
Quanto aveva fatto il mio antecessore Don Servadei per ottenere l’impianto elettrico! La cabina fatta saltare oggi era stata inaugurata il 18 luglio 1931. Alla sera sono partiti i tedeschi che si trovavano in parrocchia dirigendosi verso Lugo.
25 ottobre 1944
Sfollati provenienti da Pieve Acquedotto raccontano le angherie e ruberie sofferte per opera dei tedeschi appostati nella linea di difesa sul fiume Ronco.
La canonica di Pieve Acquedotto è diventata una caserma. Perfino gli arredi sacri vengono profanati e usati per il bagno e per dormire. L’Arciprete viene derubato di ogni suppellettile e financo del portafoglio. Ivi i tedeschi hanno compiuto ogni sorta di prepotenze. Il vecchio Monsignor Masotti, ivi sfollato, è stato derubato dell’orologio e delle sue cose personali. I tedeschi senza alcuna disciplina si sono impadroniti di ogni locale della Canonica e anche della Chiesa e del campanile costringendo l’Arciprete e i famigliari a restare esposti ai pericoli delle granate e alle offese aeree.
Continuano i rastrellamenti di civili per la posa di mine nei crocicchi delle strade e nei ponti. Anche la nostra strada viene minata. I tedeschi allo scopo usano proiettili d’artiglieria italiana: calibro 152: kg 45 ciascuno. La strada di San Giorgio viene seminata in diversi posti. Nove proiettili vengono sepolti proprio davanti ai gradini del sagrato della Chiesa. Altri quattro nel tratto fra Camprini e la canonica. Molti proiettili vengono posti in diverse buche all’incrocio della strada per Pieve Acquedotto, nell’incrocio vicino alle Scuole e nell’incrocio della strada che conduce ai prati di San Giorgio. Confidiamo che la nostra Madonna faccia si che le mine poste davanti alla Chiesa non abbiano ad esplodere onde evitare seri danni alla chiesa e alla Canonica. Nel pomeriggio due ore di cannoneggiamento nei pressi della Chiesa. Sono cadute più di 50 granate. Nessun danno e nessuna vittima. Un apparecchio onde colpire i tedeschi che stavano facendo le buche per le mine [insieme a due parrocchiani costretti a lavorare: Foschi Attilio e Ravaioli Domenico molto anziani], ha mitragliato sul sagrato della Chiesa scheggiando il Monumento ai Caduti e abbattendo due cipressi del parco dei Caduti. Raffiche della mitraglia aerea hanno raggiunto anche la casa colonica della Prebenda. Bombardieri hanno sganciato bombe nei pressi del vivaio Camprini nei campi vicini, senza danni a cose e a persone. Ringraziamo il Signore.
26 ottobre 1944
Pioggia e vento. Le campagne e le strade sono allagate. La stagione favorisce i vandali tedeschi nella loro opera di distruzione. Essi sono in movimento a scopo di rapina e minacciano di abbattere e incendiare le abitazioni civili qualora il proprietario non sia pronto ad aprire le porte ed acconsentire il bottino. Le ruberie sono organizzate. Le squadre dei minatori, guastatori e paracadutisti sono autentiche squadre di briganti. Portano via biciclette, viveri, animali, biancherie, indumenti, oggetti preziosi, soldi. Nessun reclamo vale. Nulla si salva della razzia. Molte volte alle minacce si aggiungono le percosse, come è accaduto al vecchio Avvocato Ercole Adriano Ceccarelli, sfollato in casa Camprini, derubato e malmenato. Anche in canonica entrano i razziatori e perfidi ladri, i quali derubano il parroco della macchina fotografica, di una bicicletta, vino, liquori, coperte di lana, viveri, candele. Si fruga dovunque: perfino nelle soffitte, scoperchiando allo scopo la casa e la chiesa in alcuni punti.
La pioggia infuria: l’acqua straripa dai fossati inondando strade e campi.
27 ottobre 1944
Transitano per le nostre strade sfollati dalle parrocchie vicine sottoposti ai bombardamenti aerei e al fuoco delle artiglierie. Viaggiano sotto la pioggia con il carico delle poche masserizie rimaste dopo il saccheggio dei tedeschi, in cerca di un asilo. Sono vecchi, donne, bambini che narrano con gli sguardi esterrefatti e i segni dei patimenti sul volto, la loro odissea. Molti sono stati scacciati a forza dalle loro case. I tedeschi li hanno spogliati di biancheria che usano per pulire gli autoveicoli, hanno svestito donne e uomini per derubarli dei soldi e oggetti di valore. Si hanno notizie di violenze consumate dalla soldataglia tedesca e financo da ufficiali su ragazze e giovani spose.
28 ottobre 1944
Nel pomeriggio si presentano in canonica due ufficiali tedeschi, che dichiarandosi informati dell’esistenza ivi di dipinti della Pinacoteca di Forlì, costringono il Parroco a mostrarglieli. Poiché i detti ufficiali non richiedono l’elenco delle opere in deposito, soltanto alcune vengono date in loro visione; alla richiesta se altri dipinti vi fossero il parroco dichiara che da tempo quelli di maggior valore erano stati trasportati in Venezia (e ciò si riferiva a quanto accadde il giorno 8 luglio).
Alla sera stessa si presenta un ufficiale con alcuni soldati per prelevare i quadri. Senonché essendo troppo disagevole il trasporto di quadri e tavole di grande dimensione vengono scelti solo 4 più piccoli: 1) L. Di Credi, ritratto ritenuto di Caterina Sforza; 2) F. Tedesco, Il presepio; 3) Ignoto, Ritratto virile; 4) G.Marchesi, ritratto di gentildonna.
L’ufficiale Germanico rilascia il Parroco una ricevuta provvisoria che valuta i quadri mille marchi (!!).
29 ottobre 1944 – Domenica
Un ufficiale tedesco si presenta al parroco per rilasciare una ricevuta definitiva dei quadri tolti il 28 corrente, in sostituzione di quella provvisoria. Essa dice che i dipinti, d’ordine del governo fascista repubblicano, vengono trasportati in un Museo di Stato Italiano oltre il Brennero [questo per mascherare il furto].
[Nel pomeriggio aerei sganciano bombe vicino alla Chiesa della Pianta: distrutto completamente il nuovo asilo e teatrino; danneggiata la Chiesa e la canonica. Nessuna vittima: le suore (figlie di Maria Ausiliatrice) rimaste prive di tutto si riparano all’ospedale Don Bosco (Forlì: Via dei Mille) presso i Salesiani].
Alla sera soldati tedeschi si presentano nel rifugio della casa Camprincoli per portare con loro ragazze col pretesto di averne bisogno per pulire patate. Si intuisce purtroppo quale sia il vero scopo. Esse coraggiosamente riescono a sfuggire attraverso i campi e si riparano in canonica dove rimangono per tutta la notte in preda al terrore. Sembra di ritornare ai primi tempi del cristianesimo, quando le vergini erano preda degli imperatori pagani.
30 ottobre 1944
Poderosi bombardamenti si hanno nella notte e anche in territorio parrocchiale cadono granate, senza recare danni.
31 ottobre 1944
Nella notte un carro armato tedesco, con a bordo otto soldati, impigliatosi con i cingoli delle mine poste nel crocevia San Giorgio – Malmissole, provoca lo scoppio e salta in aria: sette morti tra i quali un ufficiale e un ferito grave. Qualche ufficiale tedesco vuol far credere che ciò sia accaduto per opera di partigiani, e quindi un centinaio di civili verrebbero fucilati. Molti contadini e sfollati per sottrarsi al tragico destino fuggono verso la città. L’incubo perdura a lungo, fino a che il ferito superstite riesce ad affermare che l’incidente fu dovuto a disgrazia, perché nella notte non furono visti segnali della strada minata. È subito dimessa ogni idea di rappresaglia, il che provoca un senso di sollievo. I morti vengono sepolti insieme ai resti del carro armato in un campo vicino al crocevia.
[I morti che si possono estrarre vengono raccolti e tumulati nel Cimitero dei tedeschi presso il Cimitero Urbano di Forlì. Quindi i resti del carro armato vengono coperti con un tumulo di terra e su di esso viene posta una croce di legno col nome di un soldato, la cui salma non si è potuta estrarre e rimane sotto il carro armato: Uhz. Günter Zwich St.hp. II Rgt. 26 – 20.1.24 = 31.10.44.
Nel Febbraio 1946 nel lavoro di recupero di materiale del carro armato sono state rinvenute le ossa di un soldato e poste in una cassetta].
Noto qui che nonostante l’infuriare della guerra non abbiamo cessata la pia pratica del Rosario quotidiano alla sera con la Benedizione Eucaristica, coi pochi fedeli che intervenivano, anche senza il suono delle campane. Anche la messa è stata celebrata ogni giorno.
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