Le tre priorità

Ci sono interventi improrogabili

Ambiente, istruzione, lavoro. Queste dovrebbero essere le parole d’ordine di chi è (o si candida) alla guida del Paese. Il resto non è fuffa, per carità, ma se non daremo risposte adeguate a quei tre grandi temi resteremo non indietro e non daremo speranze alle future generazioni.


In tutta onestà mi aspettavo anche che fossero pronunciate con più forza anche dalle Sardine. Invece come priorità è stato indicato lo smantellamento del decreto sicurezza. Non che il provvedimento voluto da Salvini sia apprezzabile. Non ha niente che gli permetta di essere gradito e dovrebbe essere modificato. Ma da qui a ritenere che sia l’emergenza del Paese ce ne corre. 

È chiaro, le sensibilità non sono tutte uguali. Però è difficile pensare che dare risposte a quei tre sostantivi (ambiente, istruzione, lavoro) non sia una priorità. L’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti. Un tempo (sbagliando) si diceva che l’ambientalismo era una una moda. Adesso è una necessità. Poi, non tutte le ricette sono le stesse, ma se si vuole garantire un futuro al pianeta si dovrà intervenire in fretta.


Istruzione e lavoro sono collegate. Non sono due facce della stessa medaglia, ma quasi. Del resto i profili che stanno diventando man mano più ricercati nel nostro paese riguardano il settore digitale e tecnologico, con sette posizioni su dieci chiaramente legate allo sviluppo di software e la gestione dei dati informatici in ambito business. Emerge dalla LinkedIn Emerging Jobs Italia 2019, una nuova ricerca (pubblicata sul Corriere della  Sera) che rivela la classifica delle figure professionali e delle competenze che hanno registrato il tasso di crescita più elevato negli ultimi quattro anni (2015-2019) in Italia, delineando così alcune tendenze del mercato del lavoro nel nostro Paese, con alcuni elementi di interesse relativi alle principali esperienze ricercate dalle aziende, italiane e internazionali.

Quindi va da sé che è fondamentale Il ruolo dell’istruzione. Non a caso il rettore dell’università di Bologna nel suo intervento a “Fattore R” fu molto chiaro. Disse: “Una volta si diceva: se non studi vai a lavorare. Adesso si deve dire: se non studi non lavori”. Ma fu altrettanto chiaro quando sostenne che il sistema scolastico si deve adeguare alle nuove esigenze.

Questo post è stato letto 74 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *