Sono quattro le notizie che oggi si sono fatte preferire
Anche nella stampa di oggi domina la politica. Spazio allo scontro fra il governo e la presidente del Senato per la decisione di quest’ultima di scegliere di votare nella giunta delle autorizzazioni che doveva esprimersi sulla richiesta di processare Salvini. Molto spazio anche al taglio del cuneo fiscale che riguarderà i redditi fino a 40mila euro e sarà operativo dal primo luglio. Si parla molto anche delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Si voterà domenica 26 gennaio.
In conclusione sono quattro le notizie che mi hanno incuriosito di più. Come al solito (è lo spirito di questa rubrica) non sono quelle di prima pagina. E sono selezionate con un unico insindacabile metodo: devono piacermi.
“Nel nuovo fisco una formula sostituirà le aliquote” titola Repubblica nel taglio basso di pagina 6. Si parla della riforma dell’Irpef. L’obiettivo è ispirarsi al modello tedesco. Scomparirebbero gli attuali cinque scaglioni e verrebbero sostituiti da una formula matematica in grado di calibrare progressivamente il peso dell’Irpef in base al reddito. Dovrebbe favorire i redditi bassi e il ceto medio.
“Bankitalia: nel 2020 Pil +0,5%, rischi ribasso” titola Il Sole 24 Ore che riprende le proiezioni diffuse ieri da via Nazionale. C’è timore per i rischi che si potrebbero materializzare se la debolezza del ciclo industriale rilevata nell’ultimo trimestre 2019 dovesse trasmettersi al settore servizi.
“Stagnazione, la cura non è il debito” è il titolo di un’analisi fatta da Donato Masciandaro su Il Sole 24 Ore. Fra corsa al debito e stop all’indebitamento l’opinionista sta nel mezzo. Ritiene che i governi debbano continuare a spendere finanziando gli investimenti, ma facendo attenzione. Gli investimenti vanno divisi fra buoni e cattivi. Quindi si deve avere la capacità di selezionare quelli giusti, ovvero ad alta produttività.
“Via della Seta, per le imprese Ue soltanto le briciole” titola Il Sole 24 Ore gettando ombre sulla possibilità di sfruttare il mercato cinese. Il pezzo di Gianluca Di Donfrancesco cita la Camera di Commercio Ue in Cina che boccia la Nuova via della seta. Secondo un report “sin dall’inizio del progetto le imprese europee hanno cercato di partecipare”. Si sono però scontrate con “numerose barriere” a cominciare dalla “impossibilità di avere accesso alle informazioni sulle gare d’appalto sui progetti”.
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